Spissu: “Abbiamo approcciato in modo giusto la gara, ci siamo sempre aiutati”
Le parole del play azzurro dopo la convincente vittoria di Venezia contro Tortona.
Venezia vince con Tortona al termine di una partita convincente e dominata dal primo all’ultimo minuto. Marco Spissu, reduce da un ottimo mondiale, impatta bene alla prima di campionato chiudendo con 8 punti e 7 assist nei suoi 24′ trascorsi in campo. Le sue dichiarazioni al termine della partita:
“Le prime partite di campionato sono sempre difficili. L’importante era approcciare in modo giusto e ci siamo riusciti. Tutto parte dalla difesa, abbiamo un atletismo che può davvero condizionare gli avversari. La cosa più importante è che ci siamo sempre aiutati. Volevamo vincere davanti ai nostri tifosi. Abbiamo fatto noi la gara dall’inizio alla fine controllando la partita. Sono contento di come è andata la prima partita della stagione”
Come si trova con i nuovi compagni?
“Corrono tanto (ride Marco, ndr). C’è da starli dietro soprattutto i primi allenamenti dove sono stato fermo per un po’ dopo il mondiale. Però anche a me piace correre e mi sono velocemente messo a ritmo con loro. Sicuramente è un gioco diverso dagli altri, è un modo di giocare che paga, anche per come è costruita la squadra, è stato costruito un roster che rispecchia lo stile di gioco che vuole il nostro allenatore. Secondo me siamo un’ottima squadra, dobbiamo limare alcuni blackout che ci capitano durante la partita e cercare di capire quando correre o non correre. C’è soprattutto un ottimo clima, sono tutti ottimi ragazzi e hanno tutti una gran voglia di lavorare: siamo veramente un bel gruppo”
Come è la sua condizione dopo il mondiale?
“La mai condizione è buona: sto abbastanza bene. Ho lavorato tanto sul fisico questa estate. Pensavo di essere giù fisicamente e invece mi sento bene dopo gli allenamenti e non sento la fatica. Quindi speriamo di continuare così”.
L’intesa con Tessitori.
“Nel nostro sistema capita di giocare a due con Tessitori, il coach ci dà libertà in questo. Io e Tex ci conosciamo molto bene già dai tempi della nazionale, quindi ci basta uno sguardo per capire cosa dobbiamo fare: c’è una grande intesa”.
In campo cosa le chiede coach Spahija?
“Di essere me stesso, di essere leader di questa squadra. Gioco come so giocare e lui è contento così. Sentire la fiducia dell’allenatore per me vale tantissimo. Quando sono in campo do tutto per la squadra. Sono felice di giocare per il mio allenatore e per la Reyer Venezia.
Venezia cosa può fare in EuroCup?
“Il livello delle squadre è molto alto. Ci sono team e roster di valore, noi siamo capitati nel girone più forte, ma anche noi siamo una buona squadra. Adesso andremo a viso aperto a Londra (si gioca mercoledì alle 20:30 per il round 1, ndr) per giocarci la partita”.
Cosa si è portato dietro dai mondiali?
“Un’esperienza bellissima. Vedi posti che non ti immagineresti mai di vedere con uno stile di vita completamente diverso dal nostro. Del mondiale dietro mi porto tutto: giocare con la nazionale è il sogno di un bambino e io ci sono riuscito. Ci abbiamo messo il cuore, ma non è un torneo semplice. Indossare la maglia azzurra è qualcosa di incredibile e finché avrò le forze andrò sempre in nazionale”.
C’è una sensazione particolare quando si affronta un team come gli Stati Uniti?
“Sicuramente c’è un po’ di hype quando affronti gli Stati Uniti. Prima della partita con loro eravamo molto sereni e pensavamo di poterli battere. Loro sono scesi in campo con grande aggressività in attacco e in difesa che non ci ha permesso niente. Venivano dalla sconfitta con la Lituania e sono entrati in campo con noi arrabbiati e non abbiamo avuto possibilità. Non valuto i mondiali solo per quella partita, ma per il complesso: è stato per noi un torneo molto positivo dove abbiamo buttato, in ogni sfida, il cuore oltre l’ostacolo. Sono veramente orgoglio della squadra per quello che ha fatto”.