“Scriviamo insieme la storia”

La lettera di Gianmarco Pozzecco in occasione dei 60 anni della Dinamo Sassari.

Quando da semplice appassionato di basket ho conosciuto il mondo Dinamo, in vesti diverse nelle mie tante vite, come telecronista per la televisione, ho sempre pensato che in un posto come Sassari avrei potuto fare bene.

Sarà perché è un’isola e io ho scoperto che con le isole ho un rapporto viscerale, sarà perché il popolo sardo mi ha subito conquistato, sarà perché qui si respira un senso di appartenenza che non ho mai visto da nessun’altra parte. Ho giocato in Sicilia e vissuto a Formentera, so che quando si è circondati dal mare si tende a sviluppare una solidarietà e un senso di comunità che non esistono altrove. E il popolo sardo, il nostro popolo, ha un legame ancora più profondo con la sua terra: una passione mista all’orgoglio che permea tutto e che arriva anche a chi è nato sulla terraferma come me.

Oggi parlo da allenatore della Dinamo Sassari, scommessa che sto vivendo perché un pazzo come Stefano Sardara nel febbraio 2019 mi ha fatto una telefonata catapultandomi dopo ventiquattro ore in Sardegna: ritengo la mia una posizione privilegiata, ho modo di vivere in prima persona cosa significhi fare parte di questo mondo. L’ho dichiarato in passato e ci credo fermamente: la Sardegna mi ha permesso di trovare un equilibrio mai avuto prima. I sardi mi hanno permesso di lavorare in serenità, mi hanno dato quel tempo di cui avevo bisogno e io, in questa genuina fiducia priva di pressione, ho trovato l’equilibrio. Ma non solo: ho sentito fin da subito l’onore e la responsabilità di rappresentare un’isola intera, unita da nord a sud senza campanilismi. Questa è l’arma in più a nostra disposizione, un plus che permette di responsabilizzare chi indossa questa maglia. Rappresentiamo la Sardegna, siamo dei privilegiati e in questa identità consolidiamo il nostro diventare gruppo. Abbiamo un’isola che ci spinge e sentiamo tutta la forza e la passione di questo popolo.

Per certe cose ho un buon intuito e già dall’esterno avevo capito quale fosse la chiave di questo mondo: un idillio tra società, squadra e tifosi. Nella pallacanestro e nello sport in generale ci vuole equilibro tra queste tre componenti, basato su un riconoscimento di ruoli ma allo stesso tempo sulla capacità di condividere tutto quello che succede. Ecco questo sistema qui funziona perfettamente, siamo in una centrifuga perfetta ed è un meccanismo positivo che muove tutto: funziona perché dal 1960 a oggi gli uomini che hanno contribuito a costruire questo percorso hanno lavorato perseguendo una direzione identitaria chiara. E oggi, sessant’anni dopo, ne assaporiamo i frutti: è quello che abbiamo visto anche in questo momento di emergenza, con la raccolta fondi lanciata in sostegno degli ospedali isolani. Il club chiama all’appello e tifosi, appassionati e sponsor rispondono.

Il mio augurio per questi sessant’anni del club è che questo sistema in perfetto equilibrio continui a regalarci le emozioni e le soddisfazioni che l’universo biancoblu merita. Non parlo solo di vittorie, sapete che sono allergico alla dipendenza dal risultato meramente sportivo, ma di entusiasmo, di genuina passione, di divertimento, di condivisione. Sono onorato di vivere in questo mondo e con orgoglio mi sento parte di qualcosa di importante: da parte mia ci metto l’impegno e l’entusiasmo per provare a scrivere altre pagine di storia.

Insieme, come abbiamo fatto fino a oggi.

Fonte: Ufficio Stampa Sassari.