Sassari, Markovic e Cappelletti: “Contro i migliori serve una grande partita”

Credit: Ciamillo & Castoria

Il coach e il play hanno presentato in conferenza stampa la sfida che vedrà il Banco di Sardegna affrontare la Germani Brescia

La Dinamo Banco di Sardegna si prepara a una grande prova di maturità: dopo le vittorie su Bologna e Venezia i sassaresi tornano nelle mura amiche per il match contro la Pallacanestro Brescia. La sfida con la capolista si attende accesa, ne è consapevole coach Nenad Markovic:

"Ad attenderci è il più difficile degli ultimi tre match: affrontiamo un grande roster, una squadra allenata benissimo che è prima in classifica dall’inizio della stagione e ha vinto l’anno scorso la Coppa Italia. Sfida intrigante ma siamo in un buon momento".

Tra gli avversari la Dinamo conosce molto bene Miro Bilan, centro che non ha eguali in campionato:

"Buonissimo giocatore, conosco bene le sue qualità perchè l’ho affrontato tre volte l’anno scorso con il Peristeri ai playoff di BCL. Dobbiamo pensare in un modo diverso, dobbiamo limitare il suo apporto offensivo nella partita, a rimbalzo, può avere impatto, dobbiamo essere bravi a non fargli fare le cose che vorrebbe".

La sfida con Brescia è la più difficile?

"Contro Bologna era diversa, loro arrivano dalla sosta e dalla partita due giorni prima contro Valencia, prima della sosta noi eravamo un’altra squadra. Abbiamo giocato con grande fiducia a Venezia sulla scia di quello che avevamo fatto con Bologna. Brescia è la più dura non solo per il roster ma perché viste le due nostre vittorie sarà ancora più pronta per affrontarci. Sono consapevoli che abbiamo battuto la Virtus e la Reyer, vediamo quello che succede”.

Qual è stata la svolta mentale, che corde ha toccato nei giocatori?

“Il coach può fare tutto ciò che vuole ma se i giocatori non lo seguono è impossibile vincere, se i ragazzi credono nel lavoro e credono nel sistema, mentalmente avranno una marcia in più. Adesso la stima e la fiducia reciproca che c’è tra me e i giocatori è qualcosa che può fare la differenza per essere una squadra competitiva, tutti provano a fare il massimo, a giocare il meglio possibile, in armonia, con pazienza, lavorando sui dettagli. Dovrebbe essere sempre così, ma non sempre le cose vanno in questa maniera. L’approccio al gruppo è fondamentale”.

Dopo queste due vittorie dove guardate la classifica? Verso l’alto o verso il basso?

“La più importante partita è sempre quella che giochiamo dopo, la successiva, affrontiamo una sfida alla volta senza guardare alla classifica”.

Quella con Brescia sarà la partita della maturità per la panchina?

“Il vantaggio di Brescia è avere un roster profondo e giocare molto fisico, avendo giocatori che coprono altri magari meno difensivi. L’unica ricetta è rispondere a livello fisico, giocare duro per 40 minuti: adesso chi esce dalla panchina tiene il livello del quintetto, la cosa più importante è che adesso in 9-10 giochiamo con la stessa intensità. Brescia corre, trova punti facili, vanno a rimbalzo, vogliono controllare il ritmo.”


Il commento di Alessandro Cappelletti, tra i giocatori in grande crescita di questa Dinamo: “Sicuramente è cambiato qualcosa, queste due partite ci hanno aiutato a credere in quello che stiamo facendo, il coach ci ha dato una grande mano in questo senso, lavorare duro in settimana, curare i differenti dettagli. Con Brescia sarà durissima dal punto di vista fisico, hanno un roster molto fisico e profondo. Dobbiamo fare un ulteriore step per cercare di migliorare ulteriormente"

Qual è stata la chiave di coach Markovic?


"Il coach mi ha dato una grande mano dal punto di vista di quello che dobbiamo saper fare esattamente in campo, chiamate ben precise, andare in fondo ai giochi, è una guida importante, cerco di raccogliere le chance che l’allenatore mi dà, come hanno penso tutti i miei compagni"

Il fatto di non intervenire sul mercato vi ha dato maggiore responsabiità, come avete interpretato la scelta del club?

"Avevano un preciso disegno di come avrebbe potuto essere alla squadra, hanno avuto fiducia in noi, coach, GM e società, ci hanno responsabilizzato maggiormente, vengono curati molto i dettagli, eseguire, dare il 100% e giocare a pallacanestro. Questo è stato molto importante per noi, credere nel gruppo, in questo gruppo senza fare cambi, un’occasione per dimostrare cosa potessimo valere".


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