Sardara: La gara con Milano la viviamo quasi come un derby, le imprese fanno parte del nostro dna
Dinamo e Olimpia, insieme a Pesaro, sono le uniche rimaste sempre in Serie A dal 2010 ad oggi.
Stefano Sardara, presidente della Dinamo Sassari, parla con La Nuova Sardegna prima dell’ennesima sfida con l’Olimpia Milano, che si disputerà domenica davanti ad un PalaSerradimigni senza limiti di capienza.
Le due squadre, insieme a Pesaro, sono le uniche rimaste sempre in Serie A dal 2010 ad oggi.
“Suona davvero strano pensare che solo noi e altre due squadre siamo sempre stati qua e in generale non è un bene: se c’è tutto questo turnover significa che il sistema non è così sano e c’è qualcosa da sistemare. Per noi invece suona bene eccome: stare 12 anni in serie A e starci a questi livelli è qualcosa di eccezionale, ne siamo molto fieri”.
Sull’arrivo del figlio Francesco in società.
“E’ un Cfo, un direttore finanziario che gestisce i numeri in un’azienda che fattura decine di milioni di euro, farlo con noi gli sembrerà un gioco. Ci darà una grossa mano per sviluppare i nostri progetti”.
La riapertura degli impianti.
“Non ci sono più rischi: si entra col green pass e la mascherina e si può serenamente riprendere a vivere il basket. Mai come in questo momento la Dinamo ha bisogno del pubblico, a Sassari c’è voglia e c’è fame di normalità. Già con il 60% della capienza il pubblico è stato in grado di fare la differenza. E poi la Dinamo è lo “svuotatesta”, l’antistress per eccellenza del nostro territorio”.
La sfida con l’Olimpia Milano.
“Dopo la vittoria con la Fortitudo, che non era scontata, arriviamo con uno spirito differente. Siamo in una posizione che va consolidata. La nostra stagione non si fa nelle partite contro Milano o la Virtus, che hanno una struttura non paragonabile alla nostra, ma queste sfide danno qualcosa in più ai nostri campionati. La gara con Milano la viviamo quasi come un derby, ma ci arriviamo con la testa leggera e la voglia di portare a casa un risultato di prestigio: andare sempre a caccia di imprese fa parte del nostro dna e del nostro bagaglio culturale”.