Salari dei giocatori e accordi con i club: le posizioni degli agenti Raznatovic e Ryzhov

Percentuali e coresponsabilità con i club. Le posizioni dei due procuratori

Stanislav Ryzhov è un agente di nazionalità russa della Pro Team, agenzia che controlla il trio del Khimki formato da Janis Timma , Devin Booker e Chris Kramer , oltre a nomi importanti del panorama europeo come Colton Iverson, Alex Tyus , Dustin Hogue e coach come Ronen Ginzburg, Giorgios Bartzokas e Fotis Katsikaris.

Stanislav Ryzhov ha dato la sua lettura dell’emergenza Coronavirus al sito sports.ru: «I club che hanno già annunciato ai tesserati che sosterranno i contratti nonostante tutto – e non sono pochi – fanno un importante investimento nella loro stessa reputazione per il futuro, saranno in grado di firmare i giocatori più forti per somme inferiori».

Una lettura dunque “di ruolo”: «Come agenti, ovviamente, vogliamo che i nostri giocatori e allenatori ricevano il massimo salariale, ma siamo consapevoli della situazione. Pertanto, è necessario trovare compromessi».

Dal sito della sua agenzia, BeoBasket, il 3 aprile il potente procuratore Misko Raznatovic si era espresso così: «Prima di tutto, non vi è alcun argomento sul fatto che l’attuale sospensione di tutti i campionati a causa della pandemia rientri nella categoria delle circostanze imprevedibili, in termini legali noti come “forza maggiore”. In secondo luogo, non vi è inoltre alcun argomento sul fatto che i contratti europei non abbiano clausole che regolano queste circostanze imprevedibili».

«Secondo me, la situazione non è così complicata. I giocatori hanno già guadagnato i loro sette stipendi mensili e questo non è contestabile. Tutta l’attenzione, le discussioni e i dilemmi sono incentrati sui restanti tre stipendi, ovvero il 30% degli utili finanziari».

«La raccomandazione “non ufficiale” dei club di EuroLeague di pagare il 67% del valore del contratto (in altre parole di pagare solo ciò che è stato effettivamente guadagnato sul campo) non è sicuramente una soluzione accettabile perché scarica solo sui giocatori le conseguenze di questa emergenza».

«Non è accettabile garantire come spiegazione il fatto che i club non hanno più entrate e quindi i giocatori non saranno pagati. Questo soluzione non sarà accettata».

«Visto stiamo praticamente parlando del 30% del valore dei contratti, credo che la soluzione migliore è che  il danno sia suddiviso in parti uguali. Ciò significa che i club dovranno pagare il 50% di quel che resta, dunque l’85% del loro contratto originario».

In questo Raznatovic cita il BAT 0529/14 del club libanese Champville, dove entrò in gioco la forza maggiore.

«Detto questo, mi risulta che fonti non ufficiali dicono come l’ELPA sia pronta ad accettare l’80%: per me questa non è una conseguenza accettabile».

«Nessuna delle suddette soluzioni è applicabile per i giocatori che non hanno la clausola BAT nei loro contratti e i cui contratti rientrano nella giurisdizione del legislatore locale».

In tal senso, Stanislav Ryzhov va oltre con una serie di domande, non dimenticando come ogni paese abbia le sue leggi:

«Da quale momento si dovrebbe contare il tempo di “non attività”: dall’ultima partita del club, dalla data in cui il campionato è stato interrotto, dalla data di liberi tutti accordata dal club?

– Cosa dovrebbero fare i club-partecipanti ai tornei “ritardatari”?

– Come valutare legalmente le azioni dei giocatori che hanno lasciato i club prima della sospensione ufficiale dei tornei e dell’autorizzazione dei datori di lavoro?»

«Da un punto di vista legale, dall’annuncio delle organizzazioni sanitarie mondiali del mondo pandemico, questa è forza maggiore».