Sacchetti: Tanti coach italiani bel segnale, felice per giovani protagonisti che giocano per merito

Le parole del CT azzurro al Corriere dello Sport

Lunga intervista sul Corriere dello Sport per il CT azzurro Meo Sacchetti, che ha toccato diversi temi come la presenza di solo allenatori italiani in Serie A o i giovani emergenti.


“Era da un po’ che non accadeva (in riferimento a una A con solo allenatori italiani); e non va presa come una novità, ma piuttosto come una cosa assolutamente possibile. Certo, c’è da chiedersi perché da tempo non accadeva e contestualizzare il momento. Però una cosa certa posso dirla: la scuola italiana ha sempre lasciato una traccia nella pallacanestro e sarà sempre così. Penso a Primo, Gamba, Bianchini e a tutti gli altri (…) Avere di nuovo Messina e poi Scariolo con noi significa che la serie A ha un appeal di grande spessore. Certo, i progetti e i budget dei due club che allenano, Milano e la Virtus Bologna, li hanno aiutati nella scelta. Nella NBA hanno avuto ruoli importanti come vice, e oggi le società gli chiedono di portare la loro esperienza e la loro conoscenza per essere sempre più protagonisti in Italia e in Europa (…) Vedere ragazzi come Zanelli, Bortolani, Visconti essere protagonisti mi rende estremamente felice. Devono giocare non per principio ma perché lo meritano. Credo che per molti giovani italiani che stanno avendo spazio sia stato importante il percorso fatto in A2 e nel­le leghe minori. Ci sono giocatori che a 18 anni per talento hanno già la strada spianata e altri che invece devono formarsi mettendo da parte minuti sul parquet”, ha detto Sacchetti.


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