Reyer Venezia, la presentazione di Wheatle e Lever
I due nuovi orogranata Carl Wheatle e Alessandro Lever sono stati presentati in conferenza stampa al Taliercio. Di seguito le loro prime dichiarazioni da orogranata
I due nuovi orogranata Carl Wheatle e Alessandro Lever sono stati presentati in conferenza stampa al Taliercio. Di seguito le loro prime dichiarazioni da orogranata.
Benvenuti alla Reyer, com’è stato l’impatto con il mondo orogranata?
Lever: Ottimo. Già quest’estate coach Neven Spahija mi aveva fatto capire quali fossero le intenzioni della squadra e quale fosse il programma che mi aspettava. È stato veramente facile scegliere di venire qua e primi giorni hanno rispecchiato esattamente quello di cui avevamo parlato.
La squadra è di altissimo livello, vuole competere e vuole correre. Sarà un anno divertente.
Wheatle: Il mio pensiero è molto simile a quello di Alessandro. Quando ho ricevuto la chiamata della Reyer è stata una decisione abbastanza semplice. Rappresenta un passo importante per la mia crescita, abbiamo uno stile di gioco che penso mi permetterà di aiutare molto la squadra.
In questi primi giorni, sto cercando di integrarmi nel gruppo, stiamo vedendo molte cose positive.
Se dovesse descrivervi quali sono i punti di forza che porterete alla squadra? Dove invece sentite di dover migliorare?
Wheatle: Porterò tanta energie e tanta difesa, la capacità di coprire tanti ruoli nelle due metà campo. Poi riguardo alla mia crescita, cercherò di essere un punto più determinante in attacco, migliorando sempre il tiro.
Lever: Punti di forza? Provare ad aiutare la squadra, lottando su tutti i palloni, battendosi in difesa. In attacco probabilmente tiro, scelte e post basso. Sono motivato a crescere come giocatore e aiutare la squadra in qualsiasi modo a vincere le partite.
Per Alessandro, tu hai giocato anche negli Stati Uniti, auanto ti è servita quell’esperienza? La consiglieresti a un giovane giocatore?
Lever: L’esperienza è importante perché ti permette di passare ad un livello intermedio dal settore giovanile, dove tanti giocatori sono aggregati alle prime squadre e magari non hanno la possibilità di giocare o di provare comunque a partecipare ad un campionato di un determinato livello. La possibilità di giocare al college ti permette di entrare quasi già nel mondo del professionismo, non perché vieni pagato, ma perché ci sono giocatori che aspirano ad arrivare in NBA e ci arrivano.
Quindi il college è sicuramente importante per la crescita e decisamente consiglio l’esperienza a tutti i giovani. Si può crescere dal punto di vista tattico, tecnico, fisico continuando gli studi, cosa che in Italia è abbastanza difficile da fare.
Per Carl, come ti trovi con coach Spahija?
Wheatle: Mi sto trovando molto bene, dal primo giorno mi ha spiegato il suo stile di gioco, come vuole che la sua squadra stia in campo e in questi primi allenamenti stiamo andando verso quella direzione. Vuole una squadra aggressiva che gioca ad alto ritmo. Questa è una cosa che ogni giorno stiamo mettendo in pratica negli allenamenti.
Che idea avevate della Reyer da avversari? La possibilità di giocare in Eurocup rappresenta una crescita per la vostra carriera?
Lever: Sicuramente. È è da sempre un obiettivo e un sogno poter partecipare ad una coppa europea. L’Eurocup è una delle competizioni più importanti e partecipare con un club come la Reyer è motivo di orgoglio e mi spinge a volere crescere il più possibile.
Wheatle: Giocare una coppa europea rappresenta una crescita importante per la mia carriera, è un step che mi sentivo pronto di fare e ringrazio la Reyer per questa opportunità, ora tocca a me sfruttarla al meglio e aiutare questa società a raggiungere obiettivi importanti sia in campionato che in Europa.
Per Carl, com’è stato l’impatto con l’Italia e Biella a quindici anni, che difficoltà hai incontrato?
Wheatle: Sono stati molto difficili i primi anni essendomi trasferito da giovanissimo da Londra a Biella, due città molto diverse. Ci ho messo un po’ ad abituarmi, ad ambientarmi nella cultura italiana e nella cultura biellese. Però dopo un po’ di tempo le cose sono diventate più facili con l’aiuto dei miei compagni di squadra ed allenatori e mi sono trovato sempre un po’ più a mio agio. Sto bene in Italia anche in posti diversi da quelli a cui ero abituato. Questa nuova esperienza mi è servita molto per maturare e crescere come persona, lontano da casa senza famiglia, senza amici. A quell’età lì non era per niente semplice però mi ha aiutato a vedere il mondo in un altro modo.
Per Lever, hai praticato altri sport oltre al basket? Essendo di Bolzano magari sport invernali…
Lever: Ho sempre e solo giocato a basket. Mia mamma giocava a basket in A2 a Bolzano, mio padre invece allenava, quindi sono cresciuto su un campo da basket e non ho mai pensato di cambiare sport perché non era possibile (scherza). Però ho praticato un po’ di sci in inverno
Per Alessandro, ritrovi Tyler Ennis, che giocatore è?
Lever: Un leader, un giocatore a cui piace passare la palla e fa assist. Gioca per gli altri, si sbatte sempre in difesa e prova sempre a fare la scelta giusta in attacco, senza forzare, essendo un giocatore completo: assist, short roll, alley-oop, tiro da tre punti. Un giocatore di alto livello che ci aiuterà molto quest’anno.