Pozzecco: Stare meno sotto i riflettori non mi dispiace, mi manca il contatto umano con le persone
Poz: Il litigio con Sardara e il chiarimento, ci tengo a dirlo, hanno portato un miglioramento esponenziale del clima
Nella lunga intervista concessa a La Nuova Sardegna, Gianmarco Pozzecco ha parlato di diversi argomenti interessanti.
Sulla decisione di lasciare la squadra al vice Edoardo Casalone nel secondo tempo della sfida con Cremona.
“Nell’ultimo periodo ho somatizzato certe situazioni che mi vedono responsabile: ho commesso degli errori, ne soffro, molto umanamente, e non voglio nasconderlo. Tutto questo mi porta a essere più nervoso del solito, e a volte questo nervosismo non riesco a trasformarlo in energia positiva per la squadra. Tra l’altro, per tante ragioni, sono sempre sotto i riflettori, quindi starci meno non mi dispiace. A Cremona ho ritenuto più utile trovare un’alternativa, passando il testimone a Casalone. Sapete perché me lo posso permettere, e perché funziona?
Perché il mio staff gode di grande considerazione da parte della squadra. Tutto questo mi dà enorme soddisfazione, vederli ancora più coinvolti è bellissimo. Con loro due e Boccolini, ma anche con Stefano, che è tornato in panchina da un paio di partite, e con lo stesso Federico Pasquini, con il quale ci facciamo dei segnali durante le partite, in questo momento c’è un’intesa totale. Credo che questo livello di collaborazione sia anche di esempio per i ragazzi. Il litigio con Sardara e il chiarimento, ci tengo a dirlo, hanno portato un miglioramento esponenziale del clima”
Su uno degli aspetti negativi del 2020: “Mi manca il contatto umano. Con i giocatori, con i tifosi, con le persone. La cosa veramente
deprimente è vivere la pressione della partita, fare tutto in maniera professionale ma non poter condividere una gioia. Andare a vincere a Bologna e non poter festeggiare tutti insieme con una birra è una cosa tremenda. In una piazza come Sassari questa cosa la soffri ancora di più. E poi ci manca la Dinamo lab, e non abbiamo la possibilità di vivere la femminile”.