Pozzecco: La pandemia mi ha fatto sentire molto più italiano. Porte chiuse? Illogiche

Le parole del coach della Dinamo Sassari: L’anno prossimo mi piacerebbe rinunciare ad uno o più stranieri, dando un contratto ad un giovane italiano anche per aiutare la sua famiglia.

Queste le idee di Gianmarco Pozzecco, coach del Banco di Sardegna Sassari, a La Prealpina.

Basket senza pubblico.

Per me le porte chiuse sono totalmente illogiche e credo che questo pensiero sia condiviso anche da persone molto più fredde di me. Il basket non vive di diritti TV ma di biglietteria, dunque non ha senso né economico né sportivo ed è qualcosa di irreale. Iniziare a gennaio? Se le porte fossero chiuse per tutto il 2020 di primo acchito direi di sì. Azzardo il pronostico che torneremo a giocare a pieno regime nel momento in cui ci sarà un vaccino o una cura certa; le altre soluzioni sono un male minore, di sicuro non gratificanti.

Ricette per superare la crisi.

Ci vorrebbe il salary cap stile NBA; le società professionistiche sono in perdita, questo le aiuterebbe così come sarebbe utile riflettere su come superare il merito sportivo ed abolire le retrocessioni per aiutare i club a programmare ed investire.

Ricetta per gli italiani (lui che è anche allenatore della Sperimentale).

“La pandemia mi ha fatto sentire molto più italiano e non ho apprezzato certi comportamenti dell’Europa. Allora l’anno prossimo mi piacerebbe rinunciare ad uno o più stranieri, dando un contratto ad un giovane italiano anche per aiutare la sua famiglia. Dico dal 2003 che dobbiamo fare passi indietro sul numero di stranieri, e non voglio sentire il solo refrain “non ci sono italiani”: i giocatori migliorano solo se sono responsabilizzati, oggi gli italiani giocano solo sullato debole raccogliendo gli scarichi, mentre io, Meneghin e De Pol ai tempi dei Roosters giocavamo sul lato forte e Santiago sul lato debole.