Pillastrini: “La conferma di Sims? Ottima mossa per la Effe”

Su Radio108Web alla trasmissione condotta da Matteo Airoldi “Effe… trasmetto per te” è intervenuto coach Stefano Pillastrini. "La crisi del basket? Il professionismo con questo regime fiscale è veramente limitante"

Su Radio108Web alla trasmissione condotta da Matteo Airoldi “Effe… trasmetto per te” è intervenuto coach Stefano Pillastrini. Il tecnico emiliano ha allenato i biancoblu sia a livello giovanile che di prima squadra tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. 

Queste le sue parole: 

Un bilancio sulla stagione della Fortitudo Bologna. “Sicuramente è stata una stagione di alto livello. Da neo promossa è stata costruita una squadra in maniera intelligente confermando giocatori di sostanza.
Ha sempre vinto in casa tranne il clamoroso scivolone con Pesaro. Ha perso qualche partita in maniera netta, ma per il resto il suo lo ha fatto, segno di un gruppo di grande qualità. Per esempio a Cantù, dove aveva cominciato male, la Effe ha poi saputo ribaltare la situazione vincendo al supplementare. Era una squadra pragmatica, opportunista e furba.”

Matteo Fantinelli nella sua stagione di esordio ha dimostrato di essere all’altezza della Serie A. Il coach lo lanciò a Treviso. “Matteo è un grande giocatore. Non deve aver limiti di ambizioni e può giocare ad ogni livello. Ho avuto la possibilità di allenarlo per quattro anni. Lo presi dalla Serie B e lui si meraviglio quando lo proposi in quintetto base in una piazza importante come Treviso. Il suo vero limite è che non si rende conto di quanto è bravo e forte. Non siamo riusciti ad andare in Serie A, ma lui ci è arrivato dalla porta principale con la Fortitudo, squadra che tifa e con cui ha cominciato la sua avventura cestistica. Ha fatto una buonissima stagione da esordiente, ma sono convinto che può fare ancora tanto. Purtroppo non gode di tanta considerazione a livello di Nazionale A, ma sono convinto che lui sia adeguato, e vestirebbe bene la maglia azzurra.” 

La Fortitudo ripartirà da Henry Sims. “Ottima mossa per la Effe, anche in ottica europea, e si accoppia bene nel giocare con Fantinelli. Non potevano fare una scelta migliore.” 

Sarebbe giusto cambiare il regime fiscale anche nel basket? “E’ necessario a priori studiare prima bene tutto. Personalmente non sono così informato da poter dire con precisione. Quel che so è che il professionismo con questo regime fiscale è veramente limitante. Le aziende che sponsorizzano lo fanno più per passione che per particolari ritorni economici. Quindi è molto difficile che ci possano essere soldi per pagare allenatori, giocatori, staff e tutti con un regime fiscale come quello attuale. È giusto approfondire il discorso per sgravare fiscalmente le società.” 

Il 2020 di Stefano Pillastrini è nato con il libro “Pillacanestro”. “Innanzitutto ci tengo a precisare che il totale del ricavato del libro va alla “Casa della carità” che è un istituto a Bologna, a Corticella, il mio quartiere, che si occupa di persone bisognose. Luca Magitti, la persona che mi ha spronato a spingere il libro, è stato fondamentale. Ci siamo messi e abbiamo fatto questa cosa e di questo sono tremendamente orgoglioso.”  

La Fortitudo per il “Pilla”. “Io sarò per sempre un uomo Fortitudo, sono nato lì e sempre sarò biancoblu anche se ho allenato tutte le sue rivali. Ho visto le icone della Fortitudo da spettatore come Gary Schull. Poi feci l’assistente allenatore a Beppe Lamberti alle giovanili che era il fiore all’occhiello della società. Mi hanno sempre dato grandi responsabilità. Lavorammo bene avendo anche un discreto ritorno economico. Quando ero responsabile del settore giovanile arrivavano giocatori simbolo della Fortitudo come Marcelo Damiano, Davide Lamma, Alessandro Cittadini. Allo stesso modo anche i coach crescevano. Alessandro Finelli era il mio assistente per esempio, il compianto Dario Bellandi che portò l’aquila dalla A2 alla Serie A oppure Roberto Breviglieri, andato poi a Milano ed ora a Reggio Emilia”

Un aneddoto simpatico degli anni biancoblu. “Eravamo concentrati sul far crescere i ragazzi e meno sulle vittorie. È chiaro che poi però le vittorie ci avrebbero dato prestigio. Nel 1989 vincemmo il titolo italiano juniores. Quella vittoria ha dato la spinta alla società a mettermi capo allenatore della prima squadra. Durante quelle finali a Trapani, giocammo la prima partita contro Livorno. Eravamo emozionantissimi e perdemmo nel finale punto a punto. Desio e Scavolini erano fortissime e perdere quella partita poteva costarci caro. Contro Desio vincemmo a fatica. Io indossai una maglietta blu che per il caldo avevo sudato. Per scaramanzia i miei assistenti mi obbligarono a tenerla anche per le restanti partite. Insomma vincemmo quel campionato, ma nessuno voleva starmi più vicino.” 

L’EuroCamp di Cervia è un appuntamento fisso. “Il basket è sempre stato il punto centrale della mia vita. La crescita dei giovani mi ha sempre caratterizzata. Da capo allenatore ho sempre preferito ragazzi in crescita e sono quelli – come Fantinelli – che mi hanno dato di più. Il camp è stato in questo senso una sintesi di tutto ciò. Negli anni l’EuroCamp si è allargato a tutti gli sport dal calcio, al volley alla danza. A Cervia facciamo questa sorta di villaggio turistico per i ragazzi ed è un ambiente che ci piace molto perché i ragazzi che praticano sport sono i migliori. Quest’estate sarà dura, quindi siamo in attesa delle disposizioni. Noi ci aduggeremo.”  

Davide Moretti in NBA è possibile? “Davide è un ragazzo straordinario. Anche lui mi ha dato grandi soddisfazioni. Gli abbiamo dato fiducia e lui ci ha ripagato in tutto. È bravissimo, ma onestamente fisicamente con gli standard NBA è difficile. Ha grande forza mentale quindi di istinto direi di si, però molto pragmaticamente direi che bisogna valutare bene, e non si può ragionare solo per gli affetti. Lui è un finalizzatore, non tanto un playmaker. Contro atleti di 1.95 di come si vedono a quel livello, a livello fisico potrebbe faticare parecchio.” 

La passione di Pillastrini per la pallacanestro non muore mai e la voglia di rimettersi ad allenare è tanta. “Ho moltissima voglia di allenare, ma voglio farlo nelle migliori condizioni. Voglio allenare dei progetti, non sono un coach da “usa e getta”. Non voglio preparare solo le partite, ma prepara le squadre costruendola per la crescita della società. Quest’anno ho ricevuto delle richieste, ma non sarebbero state adatte al mio modo di allenare.”