Pesaro, 5 domande a… Muhammad-Ali Abdur-Rahkman

Credits Ciamillo-Castoria

La guardia americana si è raccontata nella rubrica a cura di LBA: “Contro Venezia ho preso un tiro che sapevo avrei potuto segnare”

Dopo aver realizzato il tiro della vittoria nell’anticipo della 2ª giornata contro l’Umana Reyer Venezia, Muhammad-Ali Abdur-Rahkman è il primo protagonista della rubrica "5 domande a…", parlando dell’inizio di stagione della Carpegna Prosciutto Pesaro, di alcuni compagni prestigiosi avuti al college e del nome orgoglioso che porta.


Cos’hai pensato, cosa ti sei detto prima di prenderti il tiro vincente contro Venezia? E che cosa hai provato dopo?


Dopo il fallo antisportivo sapevo che rimettevamo in campo la palla da una rimessa laterale avanzata. Volevo solo essere smarcato perché ho sentito che loro parlavano di fare dei cambi ma in situazioni simili con un tiro da prendere negli ultimi secondi non puoi prefigurarti nulla. Così una volta che mi sono trovato libero, ho dato un occhio a cosa facevano gli altri e poi ho semplicemente preso un tiro che sapevo avrei potuto segnare e che son felice di aver segnato. Penso anche ci fosse un fallo (ride, ndr) e che dovessi avere il tiro libero aggiuntivo. Ad ogni modo, quando la palla è finita in fondo alla retina prima ho percepito un attimo di silenzio poi ho visto il pubblico esplodere e le emozioni hanno preso il sopravvento. Ero entusiasta e felice che avessimo vinto la partita, abbiamo giocato bene per tutti i 40 minuti, abbiamo fatto un bel parziale nel quarto periodo, abbiamo preso il comando della gara quindi penso ci meritavamo la vittoria.


Al college hai giocato al fianco di tiratori quali Duncan Robinson e Jordan Poole: cosa ti ha dato allenarti con loro? Umanamente che ragazzi sono?


È qualcosa che ti spinge a far bene aver compagni di questo tipo. A Michigan, in una delle scuole più dure del paese e in una conference come la Big 10, ognuno ha obiettivi e aspirazioni personali, ognuno vuole diventare qualcuno e lavora duro per questo ma noi ci siamo posti un obiettivo comune come squadra provando a portare a casa il titolo nazionale. Questi ragazzi sono belle persone. Jordan ha una personalità prorompente come si vede sul parquet; è divertente, estroverso, un bravo ragazzo in tutti i sensi. Lo stesso vale per Duncan Robinson. Era nella mia stessa classe, abbiamo speso un sacco di tempo insieme, anche lui è un bravo ragazzo, molto intelligente, un gran lavoratore, uno dei migliori tiratori che abbia mai visto. Ogni tanto ci sentiamo ancora, abbiamo calendari diversi ma proviamo ancora a tenerci in contatto il più possibile.


È la terza stagione consecutiva che inizi vincendo le prime due gare della stagione. Successi a parte che differenze hai riscontrato tra il campionato italiano, quello polacco e la G League?


Il modo di giocare in Europa e in America è completamente differente per via di regole diverse come i tre secondi difensivi. Nell’insieme, ciò fa sì che il gioco si sviluppi a un ritmo più alto e si corra molto più avanti e indietro per il campo. In Europa invece il campionato polacco è un po’ più fisico rispetto a quello italiano che è più tattico e ha roster, da quelli delle squadre più piccole a quelli delle grandi, con più qualità. Ogni giocatore in squadra qui in Italia è un buon giocatore, dal primo al quintetto al secondo fino agli ultimi ragazzi che escono dalla panchina, tutti hanno buone capacità nel campionato italiano e questa credo sia la differenza maggiore.


In questa seconda giornata hai vinto la partita con un colpo da k.o. A questo proposito, porti il nome di uno che di k.o. se ne intendeva parecchio (Muhammad Alì): cosa rappresenta per te?


Che mi piaccia o meno il mio nome sarà sempre legato al suo. Portarlo è qualcosa che mi spinge a crearmi il mio personale percorso di successo. Ti senti a disagio con quel nome perché finisci per essere sempre accostato a lui, a cosa ha fatto ma nessuno, dentro e fuori al mondo della boxe, può essere paragonato a lui quindi puoi solo cercare di fissarti qualcosa come obiettivo e cercare di sforzarti di essere una buona persona dentro e fuori dal campo. Penso in questo di aver fatto un buon lavoro.


A parte la pallacanestro, segui altri sport? E in generale, quali hobby hai?


Mi piacciono tutti gli sport, in generale guardo il football americano e il calcio. È piuttosto difficile guardare dal vivo il football e il basket americano qui per il fuso orario così nei weekend se riesco sto sul calcio. A livello di hobby mi tengo impegnato guardando la tv, giocando ai videogiochi, uscendo di casa, stando nella natura. Cercando di fare e imparare sempre nuove cose perché la vita va avanti.


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