Paolo Banchero è ufficialmente un cittadino italiano
Le procedure per l’ottenimento del passaporto, previste per marzo scorso, sono state interrotte a causa del lockdown dovuto al COVID-19 e riattivate solo nel mese di giugno
Paolo Banchero è ufficialmente un cittadino italiano. L’ala forte di 208 centimetri ha ottenuto i documenti che certificano il suo nuovo status e sarà dunque a disposizione del Commissario Tecnico Meo Sacchetti per vestire la Maglia Azzurra. Le procedure per l’ottenimento del passaporto, previste per marzo scorso, sono state interrotte a causa del lockdown dovuto al COVID-19 e riattivate solo nel mese di giugno.
“Giocare in Azzurro – ha detto Banchero – per me è motivo di orgoglio anche perché la mia famiglia si sente italiana. Ora ho il passaporto e non vedo l’ora di venire in Italia e cominciare. Ci vediamo presto”.
Prosegue dunque il progetto tecnico che prevede il coinvolgimento graduale di una serie di giovani atleti che potranno, nei prossimi anni, costituire la base della Nazionale. L’attenzione del Settore Squadre Nazionali, con la supervisione del General Manager Salvatore Trainotti e il lavoro di Riccardo Fois, coordinatore nella supervisione e nel monitoraggio dei prospetti Azzurri negli USA, è rivolta a tutti i talenti che militano nei campionati italiani e che in gran parte hanno fatto o fanno parte delle selezioni giovanili. Il monitoraggio si estende anche agli atleti che al momento non giocano per squadre italiane, ma che fanno parte di formazioni europee, extraeuropee, High School, College e NBA.
Paolo Banchero
Nato il 12 novembre 2002 a Seattle, Paolo Banchero ha giocato alla O’Dea High School nella sua città di nascita e nella stagione appena conclusa, l’ultima prima del College, ha collezionato 22 punti e 11 rimbalzi di media. Paolo non ha ancora deciso l’Ateneo che frequenterà: la scelta ricadrà su uno tra Duke, Gonzaga, Washington, Kentucky, Arizona e Tennessee.
Le origini italiane sono quelle liguri di papà Mario, ex giocatore di football. La passione per il basket l’ha ereditata da mamma Rhonda Smith, ex giocatrice in WNBA e nella Nazionale statunitense.
Fonte: FIP.