Olimpia Milano on the Road: l’allenamento di rifinitura a Istanbul
Istanbul è una delle trasferte più frequenti per l’Olimpia. L’enorme città divisa a metà tra Europa e Asia la riceve almeno due volte all’anno
Istanbul è una delle trasferte più frequenti per l’Olimpia. L’enorme città divisa a metà tra Europa e Asia la riceve almeno due volte all’anno. Ma in passato, le trasferte qui sono state anche più frequenti. Il Darussafaka e il Galatasaray hanno partecipato all’EuroLeague. La città non ha più segreti. L’Anadolu Efes ha il suo quarter generale nella parte europea della metropoli, il Fenerbahce si trova nella parte orientale, il traffico è opprimente, costruzioni moderne soprattutto nella zona asiatica si fondono con aree antiche, affascinanti, bellissime. A differenza dei "cugini", del Galatasaray o del Besiktas, l’Efes non è espressione di una zona della città e non è legato, nemmeno a livello di brand, ad altre squadre locali. È puramente una squadra di basket, aperta a tutta la città, che difende l’onore di Istanbul ed è stata la più continua come presenza al vertice in Turchia e in Europa da circa trent’anni. All’Efes hanno giocato i migliori giocatori turchi delle ultime generazioni, come Ufuk Sarica o Mirsad Turkcan. All’Efes hanno allenato coach prestigiosi come Dusan Ivkovic e qui hanno giocato americani di altissimo profilo, ad esempio Conrad McRae prima delle stelle attuali. Ovviamente, questo è il momento migliore nella storia dell’Efes: da tre anni, nessuno ha vinto tante gare di EuroLeague come l’Efes. Nel 2019 arrivò in finale, nel 2021 l’ha vinta, nel 2020 era primo largamente quando la stagione venne interrotta. Il Fenerbahce ha spodestato il suo dominio durante l’era firmata da Zeljko Obradovic, nel periodo di cui sono stati protagonisti anche Gigi Datome e Nicolò Melli. Ma stiamo parlando di un periodo di tempo relativamente breve. L’Efes ha vinto nel 1996 la Coppa Korac battendo in finale l’Olimpia. Adesso è campione d’Europa.
IL RICORDO – L’Olimpia ha vinto in casa dell’Efes solo la scorsa stagione cogliendo la prima di tre affermazioni consecutive. È stata una vittoria storica a suo modo, anche perché ha permesso di medicare ferite aperte da molti anni. A Istanbul, l’Olimpia ha giocato la sua penultima Final Four nel 1992 quando venne battuta dal Partizan Belgrado in semifinale sperperando un po’ la prestazione di Darryl Dawkins. A Istanbul, ha perso una finale di Coppa Korac nel 1996 anche se il trofeo l’Efes in realtà lo alzò al Mediolanul Forum dopo la gara di ritorno. Contro l’Efes ha perso in modo rocambolesco più volte. Il canestro di Zoran Planinic dalla propria lunetta alla cieca resta ovviamente il più incredibile, doloroso e probabilmente ingiusto nella storia di questa rivalità.
L’ARENA – L’Efes normalmente giocava all’Abdi Ipekci che è l’arena costruita nel 1992 e virtualmente inaugurata con le Final Four di un’EuroLeague molto diversa da quella odierna. Ma da qualche stagione si è trasferito al Sinan Erdem, impianto dedicato allo storico presidente del Comitato Olimpico turco e in precedenza una stella della pallavolo locale, quello in cui il Fenerbahce, che gioca all’Ulker Arena, ha vinto il suo titolo europeo. È un’arena moderna, costruita per ospitare i Mondiali del 2010 in cui la Turchia arrivò seconda. A livello di impianti, Istanbul non teme confronti. Il sogno della città per molti anni è stato quello di ospitare le Olimpiadi, ma non è mai arrivata vicina a coronarlo e da un po’ di tempo sembra aver rinunciato a coltivare quel sogno. Intanto, l’Efes ha annunciato il tutto esaurito per la gara di stasera.
TRAVEL NOTES – L’Olimpia è ripartita da Tel Aviv nella mattinata di mercoledì, ha pranzato in aereo e sbarcata a Istanbul, dove la differenza di fuso orario con l’Italia è di due ore, ma un’ora rispetto a Tel Aviv, è andata subito in palestra. Indisponibile l’arena dell’Efes, si è allenata nel suo centro di allenamento, moderno e nuovissimo rispetto a quello ricavato all’interno dello stabilimento dello sponsor e sperimentato alcuni anni fa. Lo stendardo che rievoca il titolo europeo su un lato corto suona abbastanza significativo. La squadra si è allenata per circa 75 minuti, con lavoro più intenso per i meno utilizzati la sera prima. Alle 20:30 la cena e lo shootaround del giorno gara alle 12:30, questa volta ovviamente nell’arena principale.