Nel nome di Emmanuel: “Grato della fiducia del coach. Ieri ho giocato per vincere la partita”
La storia del giovane classe 2004 che, nella vittoria di ieri, ha messo a referto 12 punti
Il popolo della Costa D’Avorio ha una capacità unica di far convivere pragmatismo e saggezza all’interno di poche, intense parole. Proverbi millenari che, magicamente, racchiudono realtà attuali.
Su quella strada Emmanuel c’è da tempo ed il coraggio per raccogliere sempre di più non gli manca di certo. Duro lavoro, costanza ed obiettivi chiari da raggiungere.
Ragazzo di nazionalità italiana Emmanuel, che di cognome fa Innocenti, classe 2004, ha compiuto sedici anni il 28 settembre. Nel corso della sua vita si è diviso tra Costa D’Avorio ed Italia. Due nazioni. Due culture. Due identità. Entrambe, nella stessa persona:
“Ho vissuto con mia mamma e mia nonna in Costa D’Avorio fino all’età di 5 anni. La guerra non mi averebbe permesso una vita serena ed armoniosa. Per un futuro migliore, sono venuto in Italia, a Morengo, dove già abitava mio papà.”
L’amore per il basket emerge all’età di 7 anni. Emmanuel viene letteramente fulminato da questo sport e, poco dopo, diventa la sua più grande passione:
“Nemmeno conoscevo la parola basket. Per me esisteva solo il calcio. Poi un giorno, quando avevo sei anni, il mio migliore amico, Jacopo, che giocava già da un paio di anni, mi ha chiesto di provare. Da quel momento non ho più smesso.”
Quando è arrivato in Italia, a Treviglio, insieme a papà Ubaldo, Emmanuel ha iniziato a muovere i suoi primi passi nel mondo del basket. Ma il ritorno in Africa da sua madre era ormai dietro l’angolo.
“Non potevo ritornare in Costa D’Avorio, c’era ancora la guerra. Così con mio padre ho deciso di andare in Senegal. Era l’unico paese sicuro in cui avrei potuto stare vicino a mia madre Ho trascorso lì due anni, poi il ritorno in Italia.”.
La parentesi africana ha sempre di più forgiato il carattere di Emmanuel, che ha mostrato talento e determinazione a Rovere con la maglia dell’Alto Sebino.
“In quel periodo ho disputato il Trofeo delle Regioni, in quanto italiano e l’anno successivo è arrivata la chiamata della Stella che non ho potuto rifiutare. Ho partecipato anche al raduno della Nazionale Italiana a maggio.”
La trafila nelle giovanili, gli allenamenti senza sosta e le convocazioni con la Serie A2 fino all’esordio, in una partita ufficiale di Supercoppa contro Rieti.
“Mai mi sarei aspettato di partire in quintetto. Sono molto grato della fiducia che coach D’Arcangeli ha riposto in me. La vittoria era essenziale per riscattarci dalla brutta prestazione contro l’Eurobasket Roma la settimana precedente. La chiave sta nel creare spirito di gruppo e divertirsi in campo. Ogni tanto mi è capitato di guardare il tabellone, ma mai con l’ossessione per le mie statistiche personali. Ieri ho giocato solo per vincere.”.