NBA Draft, diversi executive preferirebbero non scegliere nelle prime 3 posizioni?
I Warriors, che sceglieranno sicuramente in top5, dovranno valutare molto attentamente anche l’aspetto economico
La Draft Class 2020 è stata definita complessivamente debole praticamente dal giorno successivo allo scorso Draft.
Il motivo principale probabilmente è una classe di ‘high-schooler’ sulla carta priva di grandissimi nomi. La mini stagione poi non ha di certo aiutato, con la toccata e fuga di James Wiseman, i problemi di Cole Anthony a UNC, e la discontinuità dei prospetti NBA di Kentucky, Arizona, Memphis e Duke.
Se al poco appeal del gruppo di quest’anno ci aggiungiamo l’incertezza economica creata dalla pandemia, ecco che si spiega lo scenario dipinto ieri da Jonathan Givony.
Il reporter di Espn rivela che diversi executive NBA gli avrebbero confessato di sperare in una scelta fuori dalle prime 3. Due i motivi principali, i dubbi sul potenziale dei migliori prospetti, e la possibilità di risparmiare scegliendo più in basso.
Quest’ultima motivazione potrebbe sicuramente orientare le scelte di un team come i Warriors, che ha già un monte salari spropositato.
La prima scelta assoluta dovrebbe guadagnare circa 47 milioni in 4 anni, contro i circa 29 di una N.5.
Nello stesso articolo Bobby Marks analizza nel dettaglio la situazione economica del team guidato da Steve Kerr.
Con una eventuale Luxury Tax a 139 milioni (la stima pre COVID 19) il team si troverebbe a dover pagare circa 45 milioni di tassa prima di iniziare qualsiasi movimento. In quello scenario aggiungere un contratto da 4 milioni al monte salari porterebbe a una ulteriore spesa di 15 milioni, e addirittura 40 per un contratto da 10 milioni.
Chiaramente, nel caso in cui la NBA decidesse di spalmare le previste perdite su più anni, e di lasciare il Salary Cap uguale a questa stagione -da 139 milioni la Luxury Tax-, queste cifre già enormi continuerebbero a salire, fino a 46 milioni di spesa per firmare un contratto da 10.
Fonte: Espn.