Molin: Ricostruire un gruppo di italiani che possa rappresentare identità e spirito dell’Aquila
Le parole del coach di Trento: Ho allenato la squadra nel modo sbagliato durante l’emergenza, soprattutto gennaio e febbraio direi, dovevo esigere di più da un roster giovane e non aspettarmi che si gestissero da soli
Lele Molin ha parlato della travagliata stagione della Dolomiti Energia Trento.
Queste le sue parole a Stefano Frigo de Il Corriere del Trentino.
"Nei mesi scorsi sono stato io a chiedere ai miei dirigenti se fossero sicuri di quello che stavano facendo a proposito della mia posizione" ha detto il coach 62enne.
"Da parte nostra è mancata la capacità di trovare la chiave giusta per entrare nella testa di ognuno dei giocatori, sin dal primo momento al mio staff ho detto che il gruppo, rispetto a quelli passati, non aveva la stessa voglia di sfida" ha continuato l’allenatore.
"Per come intendo io la pallacanestro direi che sono rimasto soddisfatto del gioco espresso in non più di due otre occasioni su cinquanta partite. In secondo luogo ho sentito troppo spesso la frase "non abbiamo i soldi per potercelo permettere". Le visioni e le idee non si comprano" ha continuato l’allenatore.
"Ho allenato la squadra nel modo sbagliato durante l’emergenza, soprattutto gennaio e febbraio direi, dovevo esigere di più da un roster giovane e non aspettarmi che si gestissero da soli" ha continuato Molin.
"L’anno prossimo bisogna ricostruire un gruppo di italiani che possa rappresentare l’identità e lo spirito dell’Aquila. Ripartendo da Toto Forray e Luca Conti."