Milano, la storia dietro il 23 di Langford, Hackett e anche Burns

Milano, la storia dietro il 23 di Langford, Hackett e anche Burns

La storia dei numeri di maglia più significativi dell’Olimpia prosegue con il numero 23.

I numeri di maglia sono stati limitati per anni in Italia dal 4 al 15, sufficienti per “ospitare” 10 giocatori, poi si è arrivati fino al 20 per soddisfare le esigenze di roster più lunghi, infine è arrivata la deregulation stile NBA, senza più limitazioni. E’ in questo contesto che il numero 23 dell’Olimpia ha cominciato a scrivere la sua storia.

Il primo ad indossarlo è stato Keith Langford. La storia del suo numero di maglia è nota: il preferito è il 5 perché era quello che indossava all’università del Kansas e ha sempre cercato di avere in seguito. Il motivo è che era il numero di Jalen Rose, stella dell’università del Michigan e poi nella NBA soprattutto agli Indiana Pacers. Rose era mancino e Langford adorava i giocatori mancini come lui. Ma a Milano, il 5 apparteneva a Jacopo Giachetti nel 2012 e Giachetti non aveva alcuna intenzione di rinunciarci. Fu così che Langford si spostò sul 23, perché la somma delle singole cifre dà appunto 5. Inoltre, è un numero sacro nel basket, il numero di Michael Jordan. L’anno successivo, il 5 si liberò ma Langford lo lasciò ad Alessandro Gentile rispettando il fatto che fosse stato il numero tradizionale – anche all’Olimpia – del padre. Così Langford a Milano ha finito per giocare solo con il 23 con il quale ha vinto lo scudetto del 2014.

Andato via Langford, il numero è passato sulle spalle di Daniel Hackett che aveva scelto il 12 a Milano per onorare l’amico di famiglia Antonello Riva. Ma l’anno successivo Hackett ha scelto appunto il 23, ma solo per un anno. In seguito, è diventato il numero per due stagioni di Awudu Abass. Anche qui c’è una storia: Abass giocava con il 5 a Cantù e gioca con il 5 a Brescia. Quando è arrivato a Milano, il 5 era libero, ma su quel numero esisteva un diritto di anzianità appartenente a Vlado Micov. Quindi Abass fece proprio come Langford, utilizzando il 23 ovvero il 2+3. E’ stato così per due anni.

Nell’estate del 2018, il 23 era il numero conteso da Jeff Brooks e Christian Burns, ambedue nuovi. Alla fine, la scelta è stata quella di lasciare che il giocatore più anziano di età dei due indossasse il 23, quindi Burns. Di qui la scelta di Jeff Brooks di invertire le cifre e passare dal 23 di Michael Jordan al 32 di Magic Johnson.

Fonte: Ufficio Stampa Olimpia Milano.