Messina: Olimpia con lo stesso, importante, budget dell’anno scorso, ma distribuito diversamente

Il coach dell’Olimpia è tornato sulla separazione con Melli e la famosa telefonata da 45 secondi: Se devo chiamarti per darti una brutta notizia che cosa devo fare, indorare la pillola?

Ettore Messina, coach dell’Olimpia Milano campione in carica, parla con Il Corriere della Sera alla vigilia del debutto in LBA, in programma domani alle 12.00 a Trieste.


Un mercato che ha cambiato il volto del team.


“In alcune situazioni perché abbiamo ritenuto di dover cambiare, in altre perché le situazioni di mercato non permettevano di fare scelte diverse.

Volevamo dare alla squadra continuità nei prossimi anni. Avevamo bisogno di avere più atletismo, perché l’Eurolega non ti perdona nulla, al punto che ti devi anche chiedere se alle volte non sia il caso di sacrificare un po’ di saggezza cestistica a favore dell’atletismo. Anni fa questa domanda aveva una risposta sola: chi sapeva passare, tirare, palleggiare magari un po’ più lentamente, saltando di meno o correndo meno veloce, era certamente preferito. Da qualche anno in Eurolega il fattore atletico è diventato importantissimo”.


Capitolo Budget.


“Abbiamo mantenuto lo stesso, importante, dell’anno passato, solo che lo abbiamo distribuito diversamente. Ci sono due top player come Shields e Mirotic, c’è Nebo. Gli altri hanno ottimi contratti ma siamo riusciti a dividerli tra più giocatori. Poi ovvio che, nella testa di tutti, Bolmaro e Dimitrijevic sono due scommesse, due ragazzi che devono affermarsi. Ma gli inizi sono molto confortanti”.


Il campionato.


Ci sono due neopromosse che sono finte neopromosse: Trapani, per esempio, ha investito tantissimo e ha grandi ambizioni. Alla fine però il valore e l’esperienza di Bologna, Venezia, Brescia, Sassari, insomma le solite, verrà fuori”.


Eurolega.


“Tre squadre, Panathinaikos, Olympiacos e Reai Madrid, per investimenti sono candidate quasi certe alle Final Four. Dietro, tutti hanno legittime aspirazioni di arrivare ai playoff”.


La separazione da Melli e l’ormai famosa telefonata da 45 secondi.


“Il giorno prima, nello spogliatoio della squadra io e Nik abbiamo chiacchierato serenamente per più di mezzora. Lui mi ha espresso quelle che per lui erano delle condizioni importanti, io ne ho preso atto. Il giorno dopo ne abbiamo parlato con la proprietà e si è deciso che purtroppo non si poteva dare seguito alle sue richieste…Se devo chiamarti per darti una brutta notizia, brutta per te e anche per me · perché non perdi a cuor leggero un giocatore e una persona di quel livello · che cosa devo fare, indorare la pillola? Gliel’ho detto e l’ho salutato. Tant’è che poi lui stesso all’inizio ha raccontato della chiamata di 45 secondi, ma dopo 3 giorni ha detto “sarò sempre grato al signor Armani e a Ettore”.


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