Meet The Best Incontra, il riassunto della puntata con Maurizio Gherardini

Maurizio Gherardini, g.m. del Fenerbahce Istanbul, è stato il protagonista dell’ottava puntata di Meet The Best Incontra, il format di A Better Basketball visibile sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di ABB

Maurizio Gherardini, g.m. del Fenerbahce Istanbul, è stato il protagonista dell’ottava puntata di Meet The Best Incontra, il format di A Better Basketball visibile sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di ABB. Queste alcune dichiarazioni del manager italiano più quotato nel mondo.

La possibile ripresa della stagione di Eurolega

La priorità indiscutibile è la salute dei giocatori e degli staff. Si riparte se sarà garantita e questa è l’unica cosa certa. Poi, i club e l’Eurolega, d’accordo, hanno stilato un piano per ricominciare con una dead line fissata il 24 maggio, altrimenti salta la stagione: due settimane di quarantena, tre di preparazione, poi le gare in sede unica. Ma è tutto da verificare: prima cosa, vorrà dire che sono state riaperte le frontiere e ripristinati i collegamenti aerei perché ogni club ha giocatori in tutto il mondo che devono rientrare. Poi le regole della quarantena, di fatto, non permettono un vero allenamento. Superate queste cose, c’è l’aspetto psicologico: con che spirito i giocatori sono pronti a rimettersi in gioco a questo punto della stagione, avendo molti altre priorità? E’ una situazione molto complicata e mai affrontata prima. Ma sarebbe un primo passo importante per dare il segnale che il basket è ripartito.

Come definire i top coach con cui ha lavorato: Blatt, Messina, D’Antoni, Obradovic

David Blatt direi fantasiosamente creativo, Ettore Messina minuziosamente preciso in ogni dettaglio, Mike D’Antoni è il miglior psicologo nel leggere un giocatore, Zelko Obradovic è più difficile racchiuderlo in una frase perché è unico: ha una passionalità esasperata per il basket e per la possibilità di vincere sempre e comunque anche se sa benissimo come instaurare un rapporto con i giocatori lontano dal campo. Tutti sono grandi allenatori, molto esigenti che sanno perfettamente dove vogliono arrivare.

In carriera, anche nella Nba, ha puntato forte su giocatori italiani

Non li ho scelti perché italiani: la cosa importante quando prendi un giocatore è avere chiara l’idea di utilizzo, quale sarà il sentiero che dovrà percorrere nel tuo club. Solo così avrà la possibilità di crescere, rendere e inserirsi al meglio. Datome e Melli erano due pezzi ideali per il mosaico del Fenerbahce. A questo, loro hanno aggiunto il fatto di essere dei ragazzi incredibili, con una grande facilità nel comunicare e un Q.I. cestistico fuori dal comune. E non c’è dubbio che Andrea Bargnani abbia fatto bene nella Nba: dieci anni nella Lega in doppia cifra non sono da tutti. Poi, da suo tifoso, visto il talento e il fisico che ha, resta un po’ il dubbio che avrebbe potuto avere una carriera ancora più significativa.

I “nuovi Gherardini” in Europa

Ci sono grandi manager, in Italia e in Europa. Scelgo Paulius Motiejunas, presidente/gm dello Zalgiris Kaunas per il suo modo di vedere il basket, l’organizzazione della sua società, lo scouting ed essere riuscito a riportare lo Zalgiris, pur con un budget nettamente inferiore a quello dei top club europei, a tornare al vertice in Eurolega. In Italia mi piacciono due che sono dovuti andare all’estero: uno è Nicola Alberani, che ha firmato con lo Strasburgo, l’altro è Claudio Coldebella, che lavora in un club ambizioso di una lega molto competitiva, l’Unics Kazan. Mi preme dire quanto sia fondamentale per il basket italiano che i proprietari si facciano consigliare da professionisti nelle loro scelte tecniche e non.