Max Menetti: Sono tornato in Israele. Nel mio appartamento, una camera blindata

Max Menetti, rientrato in Israele, racconta la sua vita attuale al Corriere dello Sport

Max Menetti, rientrato in Israele, racconta la sua vita attuale al Corriere dello Sport: «Io stavo vivendo una situazione che avevo fortemente voluto firmando per l’Hapoel Eilat. Avevamo costruito una squadra molto interessante con giocatori visti anche in Italia come Tyrus McGeee, TJ Cleine ed Elijah Stewart, in una città stupenda come Eilat: mare, turismo, sole. Poi quel sabato… Arrivando in palestra, i miei assistenti mi hanno raccontato quello che era accaduto: “Una cosa gravissima”. Hanno capito immediatamente la gravità di ciò che era accaduto. Da quel momento è cambiato il mondo».


In tanti lasciano Israele: “Gli americani, tutti, sono immediatamente tornati negli Usa dopo due giorni, mentre Hamas stava colpendo in maniera durissima. Io sono rientrato in Italia dopo una settimana passando dalla Giordania con qualche peripezia, visto che proprio in quelle ore stavano iniziando a cancellare tutti i voli. A Reggio sono rimasto un buon mese. Poi la lega israeliana ha deciso di riprendere il campionato (tra circa una settimana, ndr), forse con un po’ di fretta”.


Ma Menetti non ha vuto dubbi: “Dieci giorni fa avevo deciso di tornare in Israele. Perché? Non tanto per una questione economica, quanto per rispetto verso il club e il mio general manager Nikola Loncar. Credo di essere un po’ diverso rispetto ad altri: nel bene e nel male voglio sempre mettere delle basi umane e personali nel lavoro al di là del “business”.


E ora una nuova vita: “Per farvi capire, ogni appartamento, dal più grande al più piccolo, ha obbligatoriamente la sua camera blindata. Io vivo in una bella casa, e la seconda camera è appunto uno “shelter””.


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