Massimo Cancellieri racconta il PAOK e l’esperienza con Kyle Hines
Massimo Cancellieri è stato protagonista ad Alley Oop, il programma trasmesso ogni martedì dalle 17 alle 18 sui canali social di Revolution
Massimo Cancellieri è stato protagonista ad Alley Oop, il programma trasmesso ogni martedì dalle 17 alle 18 sui canali social di Revolution, condotto da Alessandro Di Bari, Eugenio Petrillo e Marco Lorenzo Damiani.
SUL PAOK
"I risultati di questa stagione stanno andando al di là di ogni più rosa aspettativa. Siamo partiti come un underdog in un posto che però ha una storia pazzesca. Il Paok ha una tradizione pazzesca ed è vissuta come una religione, non è solo una squadra. Qualsiasi disciplina viene eseguita così. Il club che è nel cuore dei tifosi, più che è la squadra in sé. Quindi partire con uno status di underdog in un posto dove si aspettano che si vinca perché il Paok è il Paok destava un po’ di preoccupazione. Abbiamo lavorato per focalizzarci su ogni partita, senza pensare dove siamo e per ora è andata discretamente, poi in un campionato a dodici squadre, ma direi dieci perché Panathinaikos e Olympiakos non sono giocabili".
SUGLI OBIETTIVI
"In passato purtroppo il Paok ha accumulato dei debiti e il presidente che abbiamo, Chatzopoulos, è arrivato quattro anni fa e ha fatto un piano di rilancio. Nel piano di rilancio ovviamente prima bisogna coprire i debiti e poi la squadra può eventualmente ripartire. Alla fine del 2025 dovrebbe esserci la fine del primo grande debito. In questa situazione lui ha tendenza a risparmiare e reinvestire soprattutto nella squadra, quindi abbiamo un palazzetto che è vecchio ma bello e dove c’è comunque tutto".
SU KYLE HINES
"Kyle Hines è stato il grande regalo di Andrea Trinchieri, perché l’aveva portato lui a Veroli l’anno prima. Ovviamente aveva fatto un campionato strepitoso, quando sono arrivato io tutto il management e il presidente pur di tenerlo hanno speso un extra budget. È una persona, e un giocatore meraviglioso, quindi io mi sono ritrovato ad allenare un giocatore unico nella storia degli ultimi anni."
"Per far capire quanto tutti lo amassero: eravamo a giocare a Venezia e stavamo prendendo una bella asfaltata. A un certo punto lo cambio perché penso che stia giocando male. Quindi lo tiro giù e gli dico: ah Kyle quà, là, su, giù. Lui è estremamente calmo, quindi si siede. Dopo una decina di secondi mi arriva un asciugamano dietro il collo. Io mi giro e c’era quello che adesso è il direttore sportivo di Trapani, Valeriano D’Orta, che era l’assistente all’epoca, e gli faccio: ‘Chi è stato?’ e Valeriano piuttosto che dire che era stato Kyle disse che era stato lui allora io sono scoppiato a ridere, Kyle è scoppiato a ridere e è finita là. Ovviamente non voleva tirarla a me, l’aveva tirato in segno di stizza e mi aveva colpito dietro la giacca".