Mason Rocca: la notte del guerriero
Rocca oggi è un ciclista a livello amatoriale, è un insegnante, vive a Chicago con la moglie e i cinque figli
"Nel 2008 potevo andare a Siena o a Roma, ma scelsi Milano perché avevo la sensazione che stesse nascendo qualcosa di importante. Non abbiamo vinto, ma penso che in quei primi anni abbiamo costruito le fondamenta per quello che è successo dopo", ha detto Mason Rocca nel giorno della sua celebrazione. Come tutti coloro che hanno avuto questo onore anche lui si è emozionato nel ricevere l’affetto della gente, su quello che lui ha definito "il campo, un luogo per me sacro, quello in cui devi sempre dare tutto". Rocca oggi è un ciclista a livello amatoriale, è un insegnante, vive a Chicago con la moglie e i cinque figli. Ci sono ancora momenti a casa in cui l’inglese è bandito perché si deve parlare italiano e non dimenticare quello che è stato appreso in tanti anni vissuti qui. "Il mio italiano è rusty, arrugginito", dice lui, ma in realtà non è vero. E’ ancora un italiano eccellente. Ha giocato a lungo a Jesi, a lungo a Napoli, a lungo a Milano: "Ho sempre preferito la stabilità ai contratti", riflette. Rocca è stato un capitano esemplare. "Ha rappresentato con il suo spirito tutto quello che come club vogliamo vedere in un giocatore, in questo è stato perfetto", ha detto Coach Ettore Messina. C’è una sottile linea che collega la storia dell’Olimpia, costruita da giocatori di commovente generosità, pronti a tutti, quelli che hanno definito lo spirito guerriero della squadra: Sandro Gamba, Giando Ongaro, Arthur Kenney, Vittorio Gallinari, Dino Meneghin, Mason Rocca, Nik Melli, Kyle Hines. Sono quelli che hanno contagiato i compagni, che hanno per osmosi spinto Bob McAdoo verso il suo tuffo di Livorno; Andrew Goudelock verso la seconda stoppata della sua stagione nel possesso più importante. Sono la cultura dell’Olimpia.
Nei prossimi giorni la storia di Mason Rocca raccontata da lui attraverso un video di Olimpia Milano Tv: