Marabese (Seingim): Ogni volta al Taliercio imparo qualcosa

Marabese (Seingim): Ogni volta al Taliercio imparo qualcosa

Fabio Marabese è prima di tutto un amico che da anni investe nel nostro territorio in cui è protagonista con Seingim Group, di cui è Presidente

Fabio Marabese è prima di tutto un amico che da anni investe nel nostro territorio in cui è protagonista con Seingim Group, di cui è Presidente. Insieme abbiamo chiacchierato di quotidianità, economia e sport, realizzando questa intervista.
1) Caro Fabio, ci racconti come state vivendo questo momento di ripartenza?
Con positività ma con la consapevolezza delle difficoltà che ci circondano.
Ci stiamo concentrando su due aspetti, umano e lavorativo.
Innanzitutto, le persone. Abbiamo duecento dipendenti che sono preoccupati per il futuro. Il nostro compito è gestire le situazioni con responsabilità rispetto agli scenari incerti che abbiamo davanti. Nessuno di noi ha colpe per le conseguenze del Covid-19, ma l’incertezza che si sta creando in questi giorni incide negativamente sull’economia. Da parte di chi governa ci sono poche idee e linee guida non chiare su come sostenere la ripartenza. I soldi della Cassa integrazione, alla quale siamo fortunatamente ricorsi in minima misura, non sono ancora arrivati alle persone.
Le società di ingegneria come la nostra sono come una cartina al tornasole attraverso cui leggere lo stato di salute dell’economia del Paese. Ora i nostri committenti hanno sospeso molte attività e annullato gli investimenti, questo è preoccupante. Per due mesi non è stato possibile svolgere le attività di sopralluogo ed alcune commesse sono slittate.
Clienti grossi che operano nell’industria hanno spostato di almeno sei mesi gli investimenti e in alcuni casi li hanno addirittura tagliati.
Nel campo delle costruzioni abbiamo da poco vinto un appalto per il centro di ricerca avveniristico Human Technopole nell’ex area EXPO di Milano, a cui hanno concorso trentadue cordate, ma ad oggi non sappiamo quando potremo iniziare – stiamo progettando la ristrutturazione dell’hotel Marriott a Milano, abbiamo appena completato il progetto per una nuova area Covid-19 all’ospedale di Portogruaro, etc.
Nel campo dell’efficienza energetica stiamo lavorando nella riqualificazione di molte strutture ospedaliere in tutta Italia, ma stiamo operando anche in mille edifici del comune di Milano e tra non molto, inizieremo la progettazione per le strutture dei comuni facenti parte dell’area metropolitana di Venezia – a fine Maggio inizieranno le attività di progettazione per conto di ENEL nel campo della riqualificazione energetica di moltissimi punti luce distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Inoltre, abbiamo vinto un altro importante appalto con GSE S.p.A. (Gestore dei Servizi Energetici) per le verifiche degli incentivi statali per interventi di efficienza energetica, il cosiddetto “Conto Termico”.
Stiamo quindi lavorando bene, più con la flessibilità aziendale che con gli ammortizzatori disposti dal Governo.
Credo che per riprendere in mano il proprio destino, verso non solo una ripartenza ma una vero rilancio economico, l’Italia debba ripensare l’agenda delle priorità, mettendo al primo posto le esigenze dell’impresa e del lavoro, ascoltando gli industriali, rendendoli partecipi delle decisioni strategiche.
2) Avete rinnovato il sostegno a Reyer proprio in questi giorni difficili, cosa significa far parte di questo progetto?
Ho sempre amato lo sport ed i suoi valori più autentici che coincidono con quelli dell’impresa.
Personalmente, come molti, mi sono interessato al calcio e sapevo poco di pallacanestro che ho riscoperto sette, otto anni fa. Sotto l’aspetto sportivo la partita di basket offre due ore di divertimento puro, un ambiente che scarica la tensione, persone autentiche ed emozioni.
Lo spirito di squadra che c’è in Reyer è lo stesso che abbiamo nella nostra azienda. Valori come l’essere di supporto al compagno, affrontare i rischi, saper vincere e saper perdere, lo spirito di squadra sono gli stessi che cerchiamo di portare nel lavoro quotidiano.
Ogni volta al Taliercio imparo qualcosa da riproporre poi nell’attività lavorativa.
Credo poi che ora sia importante esserci, ci sono difficoltà per tutti e anche per lo sport che è una componente importante del nostro sistema. Amo questo territorio e credo sia fondamentale sostenere le sue eccellenze. Nei momenti difficili c’è che frena gli investimenti e c’è chi invece si mette in gioco. È facile governare la barca quando le cose vanno bene, è più difficile quando vanno male.
3) In attesa che tornino le emozioni sul parquet, ci racconti qual è il tuo ricordo più bello legato a Reyer?
Lo scudetto del 2017, ho rischiato l’infarto, soprattutto in Gara5 della finale. Trento era tosta, avevano un agonismo pazzesco e noi siamo stati davvero bravi. Inoltre, è uno scudetto che tardava da 74 anni.
Luigi Brugnaro ha avuto il coraggio di investire in questo progetto nel 2006, ha costruito una società organizzata, con voglia di fare e una solida e affidabile rete di persone ed aziende, portando successi insperati. Un grazie, dunque, al Patron per il suo coraggio.
4) Che messaggio vorresti mandare a tutti coloro che hanno la Reyer nel cuore?
Ho la speranza che questa situazione possa portare a qualcosa di positivo. Oggi è importante esserci, ognuno a seconda delle proprie possibilità. Ripartiremo anche dallo sport e dalla Reyer! Duri i banchi e sempre forza Reyer!