LBA Serie A, il Punto di Sportando | Tra riforme, accuse e eccessi di gioco duro

In questi primi sprazzi di festività decembrine torna il Punto di Sportando su LBA Serie A UnipolSai

In questi primi sprazzi di festività decembrine torna il Punto di Sportando su LBA Serie A UnipolSai.


La riforma del basket italiano

Incredibile come tutto cambi, o meglio si assesti, nel giro di pochi mesi. Allo scoppio della pandemia si doveva agire subito, approfittando del lungo stop. Intanto, Gianni Petrucci metteva fretta alla LBA tenendo nascoste le carte del suo mazzo. A quasi due anni, si parla di modulazioni graduali da introdurre in due/tre stagioni e da discutere con serenità nei prossimi mesi.


Sempre nel pieno della Pandemia, qualcuno individuò nel "professionismo" il padre di tutti i mali, ora si parla addirittura di un secondo campionato professionistico.


Intanto, a livello di stranieri, si parla di tassazioni più che di divieti oltre una certa quantità. E allora torna alla mente quell’idea del 2017, che qui riportiamo da bolognabasket.org.


Poter schierare fino a otto stranieri, pagando una luxury tax oltre il quinto. E’ questa l’idea che la Legabasket – secondo quanto riporta Spicchi D’Arancia – ha sottoposto alla FIP nel corso di un incontro congiunto con la federazione e la LNP. Si partirebbe dall’attuale base del 5+5, e per poi pagare per gli stranieri in più, con importi a crescere. 100mila euro per schierare il sesto straniero, 120mila per il settimo, 150mila per l’ottavo.


Gli importi incassati dalla FIP andrebbero ad aumentare il montepremi del premio italiani, che l’anno scorso era di 850mila euro complessivi, che sono stati distribuiti in vari premi a seconda di minutaggio complessivo dei giocatori italiani, minutaggio degli under 25 e risultati giovanili.


Il nuovo attacco di Petrucci ad EuroLeague

Il Consiglio Federale ritiene intollerabile l’arrogante pretesa di Eurolega di imporre divieti ad organismi internazionali quali il CIO, che annovera 205 Comitati nazionali, e la FIBA con cui organizza i Giochi Olimpici. Considerato che le qualificazioni al Mondiale 2023 danno accesso alla prossima edizione dell’Olimpiade, per le convocazioni degli atleti la FIP applicherà le regole previste dallo Statuto e dai regolamenti federali non tralasciando, come sempre, l’applicazione del buon senso nelle diverse situazioni.


Sino a pochi anni fa l’inverno era per i club e l’estate per le Nazionali. Poi la FIBA, di sua scelta, impose l’introduzione delle finestre "invadendo" il territorio dei club. La risposta di alcuni di essi fu la creazione dell’attuale EuroLeague. A provocazione seguì provocazione, come purtroppo in ogni conflitto.


Era il 2016. Siamo nel 2021 e la FIP attacca l’arroganza dei club di EuroLeague. Cioè, nel suo caso, Olimpia Milano, Fenerbahce e Baskonia. Il tutto mentre le parti dialogano per la prima volta dopo più di un lustro.


In tutto questo l’NBA, ora alleata sbandierata con orgoglio dalla FIBA, non viene chiamata in causa…


Un eccesso di gioco duro?

Intanto, sorge la domanda: gioco sporco, o gioco duro, in eccesso in Italia? Lo spunto ci arriva dall’analisi di Repubblica-Bologna sul contratto Mekowulu-Cordinier, costato al francese quanto meno un mese di stop, e dalle varie reazioni social. Non dimenticando, nel medesimo contesto, la reazione piccata del CEO Virtus Segafredo Bologna Luca Baraldi dopo lo stop di Awudu Abass.


Registriamo in tal senso, dal big match di giornata Happy Casa Brindisi-Olimpia Milano, i punti al labbro di Nicolò Melli, il naso incrinato di Tommaso Baldasso, e il colpo al volto ricevuto da Shavon Shields in contatti di gioco quanto meno "eccessivi" con Nick Perkins.


Nessun danno serio in casa biancorossa, a differenza di quanto accaduto al bianconero, né alcuna accusa particolare a Mekowulu o Perkins, che spingono la loro sportiva aggressività entro i limiti consentiti.


Il problema sta proprio nei limiti consentiti, in questi casi (e non solo) ben oltre i regolamenti previsti. Ci sono giocatori da tutelare, e soprattutto sanzioni previste da comminare: applichiamole.


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