LBA Playoffs, impazza la polemica verso il metro arbitrale. Tutto nasce dalla lettera di Lamonica

LBA Playoffs 2024, esplode la polemica. Dopo i fatti di gara-2 tra Virtus Bologna e Reyer Venezia, il richiamo di Ettore Messina dall’Unipol Forum d’Assago

LBA Playoffs 2024, esplode la polemica. Dopo i fatti di gara-2 tra Virtus Bologna e Reyer Venezia, il richiamo di Ettore Messina dall’Unipol Forum d’Assago dopo il 2-0 su Brescia. Le direzioni arbitrali non sono mai state così al centro del mirino, e da più fronti. E, forse, tutto nasce da una lettera, quella inviata dal Commissioner Luigi Lamonica ai direttori di gara prima dei playoff, e rivelata dal giornalista Jack Bonora lo scorso 18 aprile.


Parole, accuse e veleni

Dubbi sul metro arbitrale erano già emersi nel corso di gara-1 tra Olimpia Milano e Pallacanestro Brescia, non dimenticando il breve sfogo del patron bresciano Mauro Ferrari. «Non era fallo, non è mai fallo. Gabriel tocca il pallone mentre Flaccadori se lo tiene in pancia».






Ma la tensione si è alzata nel finale di gara-2 tra Virtus Bologna e Reyer Venezia. I veneti rientrano dal -20, poi due fischi, un fallo in attacco di Tucker e uno in difesa su Cordinier, scatenano la furia di Neven Spahija. Il coach croato non si presenta in sala stampa, quindi viene squalificato per una giornata, senza dimenticare la forte ammenda al club.




La Vu Nera, dal canto suo, è perplessa sul metro arbitrale utilizzato nei confronti di Toko Shengelia, che resterà in campo soli 15’.




Lunedì sera sono tornate in campo Olimpia Milano e Pallacanestro Brescia. Già 13 falli nel primo quarto di gioco, in sala stampa Ettore Messina non le manda a dire: «La partita è stata di contatti molto forti da entrambi i lati, né noi né Brescia abbiamo avuto idea del metro, tutti eravamo scontenti. Forse bisognerebbe fare una riflessione, in base a quello che sta succedendo nei playoff. I giocatori non capivano il metro, la terna non è parsa nella migliore serata».




La lettera di Lamonica

Non sta a noi entrare nei singoli episodi, nella giornata di lunedì lo ha fatto, almeno per il caso di Virtus-Reyer, l’ex arbitro Corrias. Ma è evidente l’insoddisfazione di tutti e quattro gli attori di queste semifinali. Mero interesse di parte o giustificato dissenso?


Ai lettori la risposta, tuttavia la fiscalità che accompagna le direzioni arbitrali pare avere una chiara regia se ci affidiamo a quanto emerso nelle scorse settimane.


Il 18 aprile il giornalista Jack Bonora, su Sport Club, rivelava l’esistenza di una lettera inviata dal Commissioner Luigi Lamonica, e Marco Giansanti, agli arbitri in previsione delle ultime giornate di campionato e dei playoff.


Due passaggi chiave: «Dobbiamo essere una vera squadra avendo il controllo totale di tutto ciò che accade, tecnico e non»; e:  «Permettiamo una fisicità che non è pallacanestro. Mani addosso, trattenute, spostare un giocatore ecc. non sono azioni legali e non c’è mai un fischio. Dobbiamo proteggere la partita. Siamo ritornati ad assistere a dei match che tutto sono tranne partite di pallacanestro».


Si sottolinea anche: «Interveniamo subito per pulire il gioco e non permettiamo che le partite si sporchino o diventino incontri di pugilato».


Il concetto verrà ribadito poi dallo stesso Lamonica alla medesima trasmissione tempo dopo: «Nelle ultime giornate di campionato, il livello di equilibrio è stato notevole, con quattro squadre in lotta per il primo posto, cosa che non si vedeva da anni. Altre otto o dieci squadre lottavano per un posto nei playoff e altre ancora per evitare la retrocessione, rendendo ogni partita decisiva e spingendo le squadre a dare il massimo, talvolta aumentando la fisicità del gioco o cercando di mascherare i limiti del proprio roster. Questo ha portato a un gioco più aggressivo».


Vi è indicazione, buon senso, richiamo all’ordine. Questa ha generato confusione nella direzione di gara o ridefinito un metro arbitrale "nuovo", che oggi le squadre in campo faticano ad interpretare?


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