Perde “il servizio” la Effe, che per la prima volta in stagione s’arrende sui legni di casa (la seconda nel giro di 12 mesi), girando a 90 incassati. Dura quindi portarla a casa nonostante il solito sold out del Madison, che però non fa vivere sempre di rendita. Una rincorsa mai completata quella biancoblù, ispirata da Aradori, e dal risveglio tardivo di Robertson. La Germani quindi, apparsa fisicamente diversi gradini sopra gli avversari, comanda e gestisce per 40′, con spalle larghe pure davanti ai tentativi di rientro casalingo, aggiustando il disavanzo a rimbalzo di metà gara, e con mira pressocché perfetta (52% dall’arco). Lansdowne e Laquitania fanno il resto coi 33 infilati in due.
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Pronti via e tre “bocce” perse in 3′, per una Effe che arranca ed insegue gli avversari (4-10). Coach Martino cambia protagonisti in area: dentro Mancinelli e Daniel, ma soprattutto butta nella mischia Cinciarini ricavandone due triple che rimettono i biancoblù davanti (14-12). E’ il festival delle triple pure di là, con Abass e Zerini a colpire dall’arco, prima del missile sulla sirena di Stipcevic che impatta il tutto al primo stop. Si ricomincia e la zona comandata da coach Esposito inizia a dare i suoi frutti, mentre davanti Laquintana fa davvero male (11 a metà match). Bologna s’aggrappa ai punti di Aradori, unico a colpire dal campo per buona parte di quarto. Si rimane ancora ai minimi disavanzi pure all’intervallo lungo, con la Pompea a non concretizzare i muscoli a rimbalzo (21-12), “compensati” da altre 4 perse nel quarto (e fanno 8 in 20′).
Nemmeno tre giri di lancette, e sul primo verso strappo esterno (40-48 con due triple di Lansdowne) coach Martino è costretto a parlarci su. Lansdowne, col punto nr 11, mette pure tre possessi (41-50). ma Bologna riaggiusta la mira, e con i primi cesti di Robertson e Leunen si rimette in carreggiata (49-52). Aradori si prende in spalla il gruppo, ma al terzo stop Abass e Sacchettini riallontanano la Germani. Chain apre l’ultima fatica col +10 bresciano (56-66), Bologna risponde con 9-2, fatturati dai 6 di Robertson, per rimettersi di nuovo lì (65-68), prima di subire l’ennesima mazzata (0-8 e +11 esterno), stavolta fatale, con Horton e Lansdowne a colpire dall’arco. Il resto è solo un’attesa dalla sirena finale.
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