La NBA e il sindacato dei giocatori, la NBPA, stanno discutendo la possibilità di trattenere sino al 25% dei salari rimanenti in caso di annullamento della stagione regolare.
La Lega continua a sperare nel ritorno in campo, ma l’emergenza Coronavirus tiene aperte tutte le opzioni, e la volontà sarebbe la divisione delle perdite tra proprietari e giocatori.
L’attuale accordo collettivo, il CBA, prevede che i giocatori perdano circa l’1% di salario per ogni gara cancellata per forza maggiore, tra cui anche epidemie e pandemie.
Non ci fosse accordo, entro il 15 aprile i giocatori percepirebbero il solito stipendio, visto che l’1% andrebbe restituito più avanti, facendo il conto complessivo delle gare saltate.
L’azione riguarderebbe tutti i giocatori, indistintamente, anche se con metodi differenti. Ad esempio c’è chi ha indietro solo due stipendi ancora, LeBron James ad esempio, e in quel caso il taglio arriverebbe sulla stagione 2020-2021.
Players have the choice of either 12 or 24 installments when it comes to their contract. In the case of a possible salary reduction, every player is on equal footing. For players with only 2 paychecks remaining (after 4/1), a reduction could come in future salary owed (20-21).
— Bobby Marks (@BobbyMarks42) April 1, 2020
In caso di “forza maggiore”, l’NBA potrebbe anche giocare un’altra carta, entro 60 giorni. La rivisitazione del contratto collettivo, il CBA, con valore sino al 2025. Ma non pare questa, al momento, la volontà di Adam Silver.
If NBA does lose games and trigger the Force Majeure, it provides the league an option within 60 days of re-opening and renegotiating CBA with NBPA. Deal runs through 2025. The NBA’s expressed no interest in executing that option under these current circumstances, sources said. https://t.co/JWbj9q7Can
— Adrian Wojnarowski (@wojespn) April 1, 2020
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