La caduta e la rinascita di Riccardo Pittis: Mi sono fermato poco prima di pensare al gesto estremo
Riccardo Pittis, fresco autore dell’autobiografia “Lasciatemi perdere”, si racconta al QN, passando per alcune fase delicate della sua vita
Riccardo Pittis, fresco autore dell’autobiografia "Lasciatemi perdere", si racconta al QN, passando per alcune fase delicate della sua vita.
SUL RITIRO
«Avevo chiara una cosa, quello che non mi sarebbe piaciuto fare: continuare nel mondo del basket. Ma non sapevo cosa mi interessava fare. Così ho iniziato a testare un mondo che non conoscevo, quello imprenditoriale, nello specifico della ristorazione e immobiliare. E l’ho fatto con la presunzione di colui che sa già come funzionano le cose anche se non conoscevo le basi. Così ho fatto danni enormi».
SUL DISSESTO FINANZIARIO
«Sono finito sul baratro finanziario, perdendo oltre un milione di euro. Ho dilapidato tutto. Ho dato fiducia a chi non la meritava e ho coinvolto persone molto meno competenti di quello che sembravano. Poi, sono entrato nel settore immobiliare poco prima della grande crisi del 2008. Insomma, la tempesta perfetta».
SUL MOMENTO PIU’ DURO
«Mi sono fermato poco prima di pensare al gesto estremo, perché ho un amore infinito verso la vita. La gente ormai si è dimenticata della raffica di imprenditori suicidi nel Nordest in quel periodo. Era la vergogna della sconfitta».
SULLA RIPARTENZA
«In primis la mia forza di volontà, anche se non chiedevo ‘aiuto’ facendo finta che andasse tutto bene. Grazie allo sport ho imparato a cadere sconfitto e rialzarmi per vincere la partita successiva. Uno su tutti a darmi una mano è stato mio padre, che ora non c’è più».