Italbasket, Pozzecco: “Sono l’allenatore che volevo diventare”

Credit: Ciamillo & Castoria

Emozione, carica e tanta concentrazione nelle parole del CT azzurro ai media italiani in vista di Angola-Italia

da Manila, Filippine – "Voi non conoscete Gianmarco Pozzecco. Viene riconosciuto per la parte esteriore da chi non vede gli allenamenti, ma è un allenatore vero. Non recita. Tanti allenatori, non solo nel basket, sembra che stiano a fare un film. Non è il suo caso, ha creato lui il clima che vedete". Questo elogio di Gianni Petrucci a Gianmarco Pozzecco introduce le dichiarazioni prepartita, ai media italiani, del CT azzurro verso Angola-Italia.


"Sulla Nazionale c’è più attenzione, vivi un palcoscenico completamente diverso da quello del Club. Ci sono più opportunità, come quella di domani, di giocare in palazzo enorme e pieno", ha detto il CT. "Il mio lavoro mi porta a essere cinico, ma tutti insieme stiamo costruendo qualcosa. Questa è la Nazionale che io e il presidente Petrucci avevamo in mente, una squadra amata e rispettata da tutti. E il risultato sportivo non ci toglierà questo".


Pozzecco si sofferma poi su quello che può essere il sogno di questo gruppo. "Alla fine l’errore che commettiamo è quello di pensare che tutto ruoti attorno al risultato", ha detto. "Io posso scegliere due strade. Da un lato preparo la tavola per giustificare il disastro, la via più scelta nel nostro paese. Dall’altro posso dare la possibilità a questi giocatori di vivere con fiducia, credendoci, di vivere l’entusiasmo e sognare di arrivare a vincere. Tanto, se dovesse andare male, il colpevole sarei soltanto io".


"I ragazzi devono essere focalizzati sul pensare a quanto potrebbero essere felici arrivando più lontano possibile", aggiunge Pozzecco che poi si sofferma anche sulle sue aspettative. "Ho avuto la fortuna di vincere sia con il Club che con la Nazionale, e vincere con l’azzurro non ha paragone. È impagabile. Ho smesso 15 anni fa, e dubitavo di potere diventare quel tipo di allenatore, ma in realtà sono l’allenatore che volevo diventare. Cinico il giusto, stronzo mai. Vivo di pochi concetti, e non ero visto da tutti come l’allenatore ideale per questa squadra. Petrucci ha creduto in me quando mi ha dato questa opportunità, spero che quella scelta oggi sia diventata un po’ meno bizzarra".


In chiusura un’osservazione sulla copertura mediatica che seguirà la squadra trasmettendo le partite: "Andare su Rai, Sky e Dazn c’era solo un uomo che poteva farlo in Italia, nello sport italiano. Ed è Petrucci".


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