Intrigo EuroLeague: l’assalto di Dubai, Londra e Parigi

La roadmap in gioco di un intrigo che può riscrivere il basket europeo e la sua competizione più importante. La Virtus Bologna spettatrice interessata

EuroLeague Basketball pronta a disegnare il suo futuro. Come anticipato a Mundo Deportivo e Sportando, la seconda metà di marzo sarà decisiva per fissare la Roadmap della New Era atto II. E i club italiani sono ovviamente molto interessati.


New Era Atto I

Il 2016 è un anno zero per il basket europeo. La FIBA riforma le competizioni internazionali e, rompendo un accordo non scritto con EuroLeague, "invade" il calendario dei club inserendo le cosiddette "Fiba Windows", ovvero coppie di impegni per i team nazionali in inverno e primavera.


Una vera e propria offensiva, che vede al timone Patrick Baumann, segretario generale della FIBA prematuramente scomparso il 13 ottobre 2018.


La FIBA infatti non si ferma lì. Nasce la Basketball Champions League con l’intento di sostituire EuroLeague Basketball. L’organico della competizione sarebbe suddiviso tra vincitrici dei campionati nazionali continentali e alcuni club con licenza pluriennali. Tra questi Barcellona, Real Madrid, Maccabi Tel Aviv, Cska e Zalgiris. Non ci sono squadre italiane.


EuroLeague Basketball tuttavia ha già pronta la sua carta: 11 club (Efes, Baskonia, Barcellona, Fenerbahce, Maccabi, Olimpia Milano, Olympiacos, Panathinaikos, Real Madrid, Cska e Zalgiris Kaunas) firmano con la competizione una licenza pluriennale. Il tutto sostenuto dai milioni di IMG, che con un contratto decennale si occuperà dello sviluppo commerciale dell’evento.


Alla BCL non resta che diventare la seconda/terza competizione continentale, EuroLeague si trasforma in un campionato a girone unico a 16 squadre, poi a 18, con gare di andata e ritorno, playoff e Final Four.


New Era Atto II

Il primo scossone arriva nel 2022. Il Board di EuroLeague, dichiaratamente insoddisfatto della crescita commerciale della competizione, chiude l’era del CEO Jordi Bertomeu, al timone della competizione dalla sua creazione originaria a cavallo del nuovo millennio.


L’assetto ha un nuovo volto: Dejan Bodiroga presidente, Marshall Glickman, professionista cresciuto tra EuroLeague e NBA, CEO. Intanto le licenze sono cresciute: da 11 a 13, inserite Asvel e Bayern Monaco, con l’Alba Berlino in possesso di una biennale con scadenza 2023.


Ma, ovviamente, se Atto II deve essere, in gioco c’è molto di più. E Sportando prova a ricostruire tutto per voi, analizzando rumors raccolti e prodotti editoriali già pubblicati in rete.


Si fa avanti Dubai, ovvero il Dubai Basketball Club di Abdullah All Nabbodah, presidente anche del Cda del Al Ahli calcistico. Alle sue spalle i denari di un paese che è ormai massimo investitore nello sport europeo.


L’offerta sono 150 milioni di euro per sei anni, la sponsorizzazione della competizione dal 2025 (alla scadenza dell’accordo con Turkish Airlines) con Fly Emirates, l’organizzazione di due Final Four (2025 e 2029) e soprattutto una squadra nella competizione. Questo lo certifica Mundo Deportivo.


Come rivelò Sportando mesi fa, è quest’ultimo aspetto il più controverso. Parte del board ha due dubbi: abbandonare le storiche arene europee per esplorare nuovi mercati, concedere una licenza in un roster già affollatto.


Perchè Dubai, appunto, la licenza la vuole subito, dalla stagione 2023-2024. Seguono mesi di confronti, trattative. I nuovi investitori illustrano un piano di rilancio di EuroLeague Basketball utilizzando l’esempio di altre manifestazioni, come il Golf Tour.


Il tema business indubbiamente accorcia le distanze tra le parti, resta il confronto sul roster della competizione, che peraltro è quello che interessa maggiormente i tifosi. Non dimenticando un punto: le pressioni delle federazioni nazionali per armonizzare il calendario, con la FIBA sempre pronta a giocare le sua carta all’aprirsi di un reale stato di crisi.


Quello stato di crisi che EuroLeague Basketball, e il board, vogliono evitare di scatenare con le loro stesse mani. Le gare devono restare 34, se non meno, ma al fianco della candidatura di Dubai non si può dimenticare la prima missione del Ceo Marshall Glickman per allargare la base di EuroLeague Basketball.


Traduzione, Londra e Parigi. Con una licenza pluriennale subito, dall’estate 2023, in una lega che tuttavia resterebbe a 18 per un’ultima stagione. Oggi Paris Basketball e London Lions sono due realtà di EuroCup, entrambe in corsa per un posto nei playoff. Domani potrebbero calcare i campi di EuroLeague, anche se al momento non occupano le arene principali delle due capitali.


E Dubai? In gioco anche sui campi dal 2024-2025, in quella che diverrebbe progressivamente una competizione a 24 squadre, divise in due conference da 12, con gare di andata e ritorno tra le squadre dello stesso raggruppamento,  partita secca con le 12 dell’altro. In tutto 34 gare di stagione regolare.


Questo se il piano Glickmann, Londra e Parigi subito in gioco, dovesse passare. Altrimenti il passo, raccontato da Mundo, sarebbe più progressivo: Paris, Lions e Dubai dal 2024 in una lega a 20 squadre, 22 nel 2026 e 24 nel 2028.


E alla FIBA? Diplomazia, confronto, e la sparizione di EuroCup, con la BCL che diverrebbe la seconda competizione continentale, aperta alle campionesse nazionali e con due promozioni fisse in EuroLeague.


In tutto questo… e la Virtus Bologna?

E’ la domanda che i tifosi giustamente si pongono. Facciamo i conti prima di dare una risposta.


Come detto, EuroLeague 2023-2024 potrebbe restare a 18 squadre. Abbiamo 13 licenze pluriennali, ma oggi è arduo pensare ad un reinserimento del Cska visti gli eventi bellici in corso, e che hanno sancito l’esclusione la scorsa estate.


Dunque 12, e vi è da risolvere la questione Alba. La licenza biennale è in scadenza, e il progetto ai tempi doveva essere quello di stabilizzarla per il futuro. Si sale a 13, nel caso.


Poi abbiamo le due licenze C, destinate all’EuroCup. Ovvero la vincente della seconda competizione continentale, e credibilmente il Monaco, che per il secondo anno in fila confermerà la sua presenza ai playoff, ad oggi con una classifica migliore rispetto alla Virtus: e siamo a 15.


Restano tre posti, uno sino ad oggi è spettato alla Aba-Liga, che quest’anno è rappresentata da due squadre. E siamo a 16. Restano due wild card, con Partizan, Valencia e Virtus Bologna in gioco, almeno parlando del roster attuale della competizione. Ma, come detto, ci sarebbero Paris Basketball e London Lions.


Conclusioni

Si deciderà tutto nella seconda metà di marzo. Ogni discorso resta aperto. Il nostro articolo è una fotografia del momento, senza anticipazioni certe sul futuro.


Dubai, Paris, London, Virtus, Alba Berlino. Tanti gli attori in gioco, con le loro lecite ambizioni. E sullo sfondo, sempre la FIBA e quel dialogo mai ben precisato con la NBA.


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