Happy Casa Brindisi, la storia di Kyran “Ky” Bowman
Dalla California del Nord, Havelock cittadina di 19 mila abitanti, al Chase Center di San Francisco casa dei Golden State Warriors da 18 mila posti a sedere
Dalla California del Nord, Havelock cittadina di 19 mila abitanti, al Chase Center di San Francisco casa dei Golden State Warriors da 18 mila posti a sedere. Due luoghi di una stessa regione a quasi 4 mila miglia di distanza l’una dall’altra, accomunate dal destino di Kyran ‘Ky’ Bowman, l’ultimo acquisto biancoazzurro. Nel mezzo di questa storia una sosta nel Massachusets, al Boston College, che lo consacrerà come uno dei talenti più puri ed emergenti del panorama collegiale americano.
Eppure la pallacanestro non è stata la prima scelta della sua vita sportiva. Al Liceo venne valutato come una recluta a tre stelle del football, ricevendo anche un’offerta da Alabama. L’amore per la pallacanestro tuttavia prese man mano il sopravvento, tanto da segnare il corso della sua carriera in Carolina del Nord, autore di 1.813 punti totali con 652 rimbalzi e 338 assist. Nel corso della sua vita Ky deve affrontare una tragedia personale, la perdita di suo padre, che lo porta ad avere un impedimento del linguaggio e la conseguente difficoltà ad approcciarsi con il ‘mondo dei grandi’: "So cosa vuol dire essere timido, spaventato, stare da solo, non sapere come parlare con le persone è stata una delle cose più difficili che ho dovuto affrontare crescendo perché anche lontano da casa, come al college, non sapevo nemmeno come fare domande. Mentre continuavo ad andare avanti lungo la mia strada nella vita, ho appena capito che c’è di più in questo gioco non solo nel basket, ma nel tuo stato mentale".
Terminata l’esperienza collegiale, Ky si affaccia al mondo del draft NBA e alla possibilità di entrare a farne parte. "Onestamente pensavo di avere buone possibilità, c’erano squadre che mi chiamavano per scegliermi al secondo turno, ma in termini in cui non mi sentivo a mio agio. Tutto quello che ricordo è che alla fine del draft mi sono sentito sconfitto. I team hanno iniziato a chiamare i miei rappresentanti dicendo che mi avrebbero comunque voluto e abbiamo dovuto prendere una decisione. Sentivo che il management di Golden State mi voleva davvero, così ho accettato di unirmi a loro".
I Warriors sono diventati creativi per massimizzare il tempo di Bowman con il club. Coach Kerr annullò gli allenamenti per assicurarsi che la giornata non superasse il limite di 45 giorni di Bowman e del collega Damion Lee. Una sequela di circostanze tuttavia che ritardò l’inevitabile, il termine dei giorni dopo i quali Ky venne reinserito per il resto della stagione in G League. "Mi sono goduto ogni istante di quella esperienza senza pensare troppo ad altro. Ho lavorato duramente ogni giorno e notte per fare del mio meglio e gli Warriors l’hanno capito. Ho combattuto per strappare un altro contratto, non è andata così ma ho fatto il massimo e sono grato per aver vissuto quei momenti". Nel suo debutto in G League il 14 dicembre 2019 segna 27 punti con 10 assist e otto rimbalzi contro il Agua Caliente Clippers. Nel febbraio 2020 gli Warriors convertono il suo contratto in pluriennale NBA prima di rescindere nel mese di novembre. Il resto è storia con Golden State campione in carica nel 2022 ritrovando in Curry e Thompson i protagonisti principali di una cavalcata trionfante. Negli ultimi anni, anche a seguito di un infortunio patito lo scorso anno, si è diviso tra Agua Caliente Clippers e Austin Spurs sempre in G-League.
Ora la prima esperienza al di fuori dei confini d’America, in Europa, in Italia. Brindisi la sua nuova casa.