Happy Casa Brindisi, Frank Vitucci a Sportando: Banks? Faremo tutto il possibile per tenerlo con noi

Francesco Vitucci racconta il suo rapporto con la Happy Casa Brindisi ma non solo.

In esclusiva a Sportando, coach Francesco Vitucci (Happy Casa Brindisi) ha parlato con noi del suo rapporto con il club brindisino e con i tifosi, ma anche della situazione legata ad Adrian Banks ed infine della sua grande annata nella stagione 2012-13 alla Openjobmetis Varese. 

L’Happy Casa Brindisi – «E’ una tappa molto importante della mia carriera. Sono arrivato nel 2017 a stagione in corso, quando la squadra era ultima in classifica e c’era un po’ di depressione. Nonostante tutto siamo riusciti a salvarci e sono stato molto contento di questo, perché non è mai semplice arrivare a metà stagione. Siamo riusciti ad invertire il trend ed è stato un momento bello. Non è mai bello trovarsi in situazioni del genere, ma anche a Torino avevo vissuto tutto questo. In questi ultimi due anni sono stati fatti dei passi da gigante. Infatti, siamo riusciti a toglierci qualche importante soddisfazione come le due finali di Coppa Italia, anche se entrambe le abbiamo perse, perchè per il club è stato qualcosa di storico. Da evidenziare anche la qualificazione ai playoff e alla Basketball Champions League. C’è grande sinergia e fiducia tra tutti noi e per questo in primis bisogna ringraziare il Presidente Nando Marino perchè ho sempre avuto la possibilità di lavorare in un certo modo».

Il rapporto con il DS Simone Giofrè – «C’è un forte legame che ci unisce, sia di tipo tecnico che dal punto di vista umano. Abbiamo un paio di punti chiave che utilizziamo per i giocatori che ci interessano. In primis ci confrontiamo per capire quali sono le possibilità economiche della società, poi io fornisco un identikit del giocatore che mi interessa. Il tutto passa da un confronto generale tra me e la società». 

La sospensione del Campionato e la rubrica Call Coach.C’è stato un rompete le righe molto brusco come lo è stato per tutti. Abbiamo deciso tenere attiva la nostre pagine social, con un paio di iniziative. La tecnologia ha aiutato molto e abbiamo deciso di puntare su di essa, per arrivare nelle case dei nostri tifosi. “Coach Call” nasce da una mia idea e ha l’obiettivo di coinvolgere tutti i nostri tifosi. Mi sono divertito davvero tanto, condividendo il mio amore per la musica e per il mondo dei libri, con ospiti legati alla storia recente della pallacanestro brindisina».

Il popolo di Brindisi – «C’è una fortissima partecipazione dei nostri tifosi ed è davvero molto emozionate. La squadra ha sempre dimostrato con i fatti sul campo e anche quando abbiamo perso, lo abbiamo fatto con dignità. Quando un nuovo giocatore arriva qui in Puglia, capisce fin da subito capisce che è un posto dove si vive di pallacanestro a 360°». 

Il cammino nella Basketball Champions League – «E’ stato un percorso buono. Non siamo stati neanche troppo fortunati perchè eravamo in girone molto equilibrato. Il nostro intento era quello di crescere ulteriormente e lo abbiamo fatto. Spero solo che in futuro ci sia la possibilità di rifarla, nonostante ti porti via tante forze, ma ci è servito molto come esperienza». 

Il futuro di Adrian Banks – «Ovviamente noi faremo il possibile per tenerlo con noi, perchè credo di poter affermare senza troppi problemi che per tutti noi rappresenta tanto. Fino a che si è potuti giocare è stato a mio parere l’MVP del nostro campionato. Dopo una stagione così è normale che ci si guardi intorno per tanti motivi: età, tipo di contratto… Ora penso che bisogna solo aspettare e lasciare anche allo stesso giocatore un po’ di tempo per decidere sul suo futuro». 

La crescita di Alessandro Zanelli – «E’ stato bravo lui a mettersi in gioco. Ha accettato la sfida di venire qui a fare il cambio del play americano e in un solo anno ha raccolto tutti i frutti seminati. A me piacciono questi tipi di giocatore e sono molto contento per lui».

L’annata a Varese – «Una squadra che giocava molto bene a pallacanestro. Fu davvero una stagione incredibile e l’epilogo finale fu beffardo per noi. L’infortunio a Bryant Dunston ci costò caro ed il verdetto del campo fu tremendo. A fine stagione sono andato via perchè sapevo che quella squadra sarebbe stata smantellata, ma sono molto legato alla città e la porto sempre nel cuore».