Giorgio Gandolfi racconta la sua vita sotto canestro

“C’è un momento della vita in cui un episodio ti fa tornare indietro di anni e ti scorrono, come in un film, immagini di tutto quello che hai fatto, visto, conosciuto, provato in passato”



"C’è un momento della vita in cui un episodio ti fa tornare indietro di anni e ti scorrono, come in un film, immagini di tutto quello che hai fatto, visto, conosciuto, provato in passato". Inizia così il libro autobiografico "C’era una volta la pallacanestro…e non solo",  uscito alcuni giorni fa,  edito da Amazon, e scritto da Giorgio Gandolfi, un "basketnauta", che descrive la sua vita trascorsa "navigando in vari  mari" di questo sport. "Dopo l’intervista apparsa l’anno scorso sul "Los Angeles Times" e dopo che molte persone, amici e chi ha collaborato con me, mi avevano detto spesse volte che avrei dovuto scrivere un libro sulle mie esperienze ed episodi, in tutti questi anni trascorsi sul  ed attorno ad un campo da basket e non solo, mi sono deciso a scriverlo, con il preziosissimo supporto della mia grafica, Lisa Cavallini di Bologna", racconta Gandolfi. Nelle prefazioni che precedono il primo capitolo personaggi  del  basket del passato, come Julius "Doc. J" Erving, mitico giocatore dell’NBA, Russ Granik, già Vice Commissioner NBA, Dino Meneghin o del presente, come  due grandi allenatori come Ettore Messina e Sergio Scariolo, tra gli altri, hanno testimoniato la loro amicizia ed il legame con l’autore.  Il libro è stato il frutto di ricerche, telefonate, colloqui e testimonianze per ricostruire alcune volte episodi od eventi, come anche di definire le date esatte, perché come dice Gandolfi: "Ho iniziato ad occuparmi di basket, allora "pallacanestro", alcune "ere geologiche" fa e quindi alcuni eventi si erano persi nel tempo e non volevo scrivere inesattezze. A questo si è aggiunta una ricerca fotografica e la scannerizzazione di decine di diapositive e di foto, inserite per ravvivare il testo e testimoniare anche visivamente gli eventi che descrivevo".

Tutti i proventi del libro andranno  direttamente al Baskin, nato a Cremona ed ora diffuso in tutta Italia ed in altri paesi europei, un modo, come ha  detto l’autore, per restituire un po’ al basket quanto questo sport gli ha dato, in termini di passione ed emozioni e molto di più. In dodici capitoli si dipana la sua storia nella pallacanestro con episodi e racconti che partono da Cremona per poi spaziare, soprattutto, negli Stati Uniti, in Europa e proseguire in Cina e Medio Oriente.

"Adesso è  estremamente facile avere informazioni, contatti, indirizzi grazie ad Internet, computer e cellulari. Molti anni fa, non diciamo quanti per favore, esistevano solo due modi: scrivere lettere e fare telefonate. Le prime impiegavano minimo una decina di giorni per arrivare a destinazione, ed altrettanti per avere una risposta. Per telefonare oltreoceano, si doveva passare attraverso un’operatrice dell’unico gestore telefonico di allora, la Stipel, attendere come minimo una mezz’ora per avere la comunicazione, ma anche quelle attese sono state parte della mia storia. Parafrasando una pubblicità:  facile vincere adesso con Internet".

Di episodi divertenti ve ne sono molti nel libro di Gandolfi, da quelli  accanto a grandi personaggi del basket od ad eventi, come finali di NBA, di college, accaduti nei suoi viaggi. Da giocatore, a bassi livelli come dice lui, ad allenatore, a giornalista e scrittore, al marketing, la sua vita, passata sotto quell’ "l’aureola" arancione posta a 3,05 da terra, è stata un viaggio di grandi emozioni e con un denominatore comune, che traspare in ogni pagina del suo libro, un’enorme passione per questo sport.







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