Gianmarco Pozzecco: Meglio l’ossessione da vittoria di Jordan, o l’amore per la vita di Rodman?
Gianmarco Pozzecco presenta il suo libro “Clamoroso”: Il primo discorso che feci ai tre da allenatore era che, non essendo più loro compagno di squadra, dovevano darmi del lei. Soragna si disse d’accordo con la proposta manifestandolo con queste parole: “Ha perfettamente ragione quindi Gianmarco lei può andare a fare in culo!”
Gianmarco Pozzecco presenta il suo libro "Clamoroso" su libridisport.com. Ecco alcuni passaggi.
SU CAPO D’ORLANDO
«Il primo discorso che feci ai tre da allenatore era che, non essendo più loro compagno di squadra, dovevano darmi del lei. Soragna si disse d’accordo con la proposta manifestandolo con queste parole: "Ha perfettamente ragione quindi Gianmarco lei può andare a fare in culo!". Succedevano tante cose spontanee: Basile che entrava in ufficio e mi rimproverava su come facessi l’allenatore. Era tutto vissuto con grande schiettezza. Noi di solito ci allenavamo una volta al giorno dalle 10 alle 12, Basile mi chiedeva di farlo tutti i giorni tranne al giovedì perché lui quel giorno andava a pescare».
SULL’NBA
«Il più grande rammarico è non essere riuscito a giocare in NBA: l’unica vera cosa che ti cambia la vita nel basket. Io ho giocato al Khimki ad alto livello europeo e a Capo d’Orlando ma, a parte alcuni benefit, non è che la differenza fosse così marcata. L’unico cambiamento epocale che un giocatore di pallacanestro può vivere è andare a giocare in NBA. Il CSKA Mosca, l’apice del lusso del basket europeo, e Houston non sono nemmeno altamente paragonabili da loro. L’NBA è il massimo che puoi raggiungere come ambizione cestistica».
SULLA VISIONE DELLO SPORT
«La stessa Sharapova, di cui ho letto il libro, è, assieme a Jordan, Bubka, Agassi, Bryant, una di quegli sportivi che sono ossessionati dalla vittoria. È meglio essere Jordan, e vivere una vita rovinata dall’ossessione, o essere Pippen e Rodman ed avere una vita di cui sei follemente innamorato?»