Germani Brescia, il GM Sandro Santoro: Il 30 giugno lascerò la Pallacanestro Brescia

Germani Brescia, il GM Sandro Santoro: Il 30 giugno lascerò la Pallacanestro Brescia

Nel corso della conferenza stampa dopo l’ultima giornata di campionato, Sandro Santoro, gm del club, ha annunciato l’addio

Nel corso della conferenza stampa dopo l’ultima giornata di campionato, Sandro Santoro, gm del club, ha annunciato l’addio.

Ecco le sue dichiarazioni

«Si è chiusa la stagione con una vittoria grazie ad una squadra che non ha mollato, però arrivati a questo punto bisogna tirare un po’ le somme e parlare per esprimere le proprie valutazioni. Questa sera sono qui perchè ci sono decisioni che ho valutato, ho riflettuto molto su questa possibilità e non è una cosa legata a quest’ultima settimana, ma è una cosa che era necessario pensare. Mi sono passati davanti un po’ tutti gli anni che siamo stati insieme, però era una decisione che bisognava contemplare per senso di responsabilità e dignità personale. Quando Mauro Ferrari ha deciso di diventare il proprietario di maggioranza, abbiamo stretto un accordo che ci legava per tutta la durata del nuovo progetto, però se vuoi davvero bene ad un amico non devi essere un problema, ma una soluzione, anche se questo comporta una perdita di un’opportunità in un momento storicamente difficile come quello che stiamo vivendo. Quindi oggi voglio liberare lui, la società da qualsiasi legame professionale ed è per questo che il 30 di giugno lascerò Brescia e non questa sera. Per completare la stagione è necessario ancora del lavoro e non si finisce mai quando si smette di giocare. Non voglio nascondermi dietro alcun accordo, non ci riesco se non mi sento una risorsa per la società e chi la rappresenta. Farò leva su me stesso, sulla mia famiglia, sui miei figli per continuare ad avere il coraggio di scegliere la cosa giusta a prescindere dalle difficoltà. Ci sarà tempo per i saluti che mi piacerebbe organizzare insieme a Mauro, Matteo e Graziella che hanno vissuto con me questi anni meravigliosi. Non ho mai pensato di lasciare Brescia così vicino alla fine di questa stagione. Mi è dispiaciuto leggere alcuni titoli sui giornali. Credo che ci volesse un po’ più di rispetto per questi sei anni vissuti insieme, così come il paragone all’annata 18-19. E’ stata un’annata complessa. Tanti, troppi considerano questa stagione negativa, ma io vado in controtendenza. Nello scorso aprile (2020) in piena pandemia si è avuta la sensazione che ci sarebbero state delle oggettive difficoltà a tenere quel passo che c’era stato fino alla precedente stagione, questo grazie a Graziella e Matteo che si sono sobbarcati di una grandissima responsabilità sotto tutti i punti di vista e si è fatto bene; Quindi vanno ringraziati. L’ingresso di Mauro e l’impegno della sua famiglia in piena pandemia rappresentano un fatto eccezionale. A Mauro Ferrari va dato onore e riconoscenza. Tanti dicono che è stato un campionato falsato, sicuramente è stato diverso e complesso. Io penso che sia stato un campionato vero per l’esperienza che abbiamo fatto, per ciò che abbiamo condiviso ed era un campionato che andava certamente giocato. I valori che esprime la classifica sono quelli reali a prescindere dal budget. Noi non siamo stati così bravi come altri nonostante le tante circostanze negative che possono essere un’attenuante, ma noi non abbiamo usato quest’attenuante come una giustificazione. Un altro aspetto da non dimenticare per questo sport è l’assenza del pubblico. Spesso ho pensato ai nostri calorosi tifosi e mi sono chiesto in diverse occasioni quante partite in più avremmo potuto vincere o quanti problemi avremmo risolto grazie al loro supporto. Ci sono state aspettative altissime e per chi mi conosce esprimere un pronostico è come una tortura. La costruzione della squadra è legata ad un lavoro di gruppo, dove si discute, ci si confronta, si “litiga” in maniera costruttiva, ma alla fine c’è chi ha il ruolo ed il dovere di dire l’ultima parola. Mi assumo le responsabilità di tutti. Ho maturato questa decisione per il bene di questa società, ma non perché mi senta il solo responsabile, anzi io ho scelto di essere il solo responsabile. Sono stati commessi errori di valutazione, non utilizzando i principi più idonei con cui va costruita una squadra in un momento storicamente negativo come questo. Tutto questo per costruire quella chimica che spesso cambia i risultati di una stagione. Nello sport non ci sconti o scorciatoie. Correggere una squadra in corsa non è facile, soprattutto quando hai un solo visto a disposizione. Il mercato si stringe notevolmente ed in un anno così abbiamo deciso di non aggravare il budget. Quello che si è costruito non è frutto del caso, ma di sacrifici. Poteva andare meglio, ma anche peggio. Quando è arrivato Buscaglia eravamo penultimi, poi a Cremona ci siamo messi al sicuro conquistando la salvezza, ma nessuno ne ha parlato perchè forse si pensava che avremmo dovuto fare altro. Nella vita  non devi pensare a quello che avresti potuto fare, ma a quello che c’è da fare. Ringrazio tutti».

Giordano Bortolani? «E’ cresciuto molto. Ringrazio Ettore Messina e Stavropoulos per la fiducia che ci hanno concesso. Sentirete parlare di lui…»