Gallinari: Mi immagino di tornare tra 5 anni, per lottare ai massimi livelli europei con l’Olimpia

Il Gallo: Dennis Schroeder è incredibile, dopo Leonard è il two-way player più forte che c’è, l’unico giocatore NBA che pressa a tutto campo

Volo oltreoceano per il team di Cantieri Aperti 365 che nella sua video-chiacchierata odierna ha avuto come protagonista Danilo Gallinari, grande protagonista in NBA con gli Oklahoma City Thunder e con la nazionale italiana.

“Ogni giorno ci svegliamo sperando di avere delle notizie ufficiali, che sia di una ripartenza o meno, ma c’è ancora poco in realtà, dunque bisogna tenersi in forma. Gli esercizi in casa li abbiamo praticamente finiti, stiamo aspettando che riapra il campo della società per riprendere la palla in mano il prima possibile”.

Anche se un’eventuale ripartenza della NBA è scettico al momento: “Se dovessi rispondere adesso direi che al momento non ci sono le condizioni. Se me lo si chiede tra un mese, magari la risposta sarà diversa”.

Una carriera NBA che partì da quella lontana notte del Draft del 2008: “Una serata unica, come per tutti i ragazzi che hanno l’onore di essere scelti. Poi per me fu davvero un’esperienza ancor più irripetibile perché quando vieni chiamato da New York è tutto ancor più amplificato. Ho finito le interviste in notturna, sono arrivato a ristorante con la famiglia alle 2 di notte. Poi il giorno dopo avevo appuntamenti con coach D’Antoni e il GM Walsh, dunque praticamente non ho dormito per due giorni”

New York, Denver, Los Angeles (sponda Clippers) e Oklahoma City le tappe di una carriera ultra-decennale in NBA: “A New York all’inizio c’era lo stereotipo che fossi praticamente solo un tiratore e mi avevano messo solo a tirare da 3 punti. Quando sono arrivato a Denver coach Karl aveva capito che potevo anche penetrare, fare qualcosa in più, è stata una gioia, ho iniziato ad espandere quella parte del gioco giocando come piaceva a me. Poi nelle ultime due stagioni ovviamente ho avuto tante responsabilità”.

Il contratto scade quest’estate, ma Gallinari ha le idee chiare sul futuro: “”Penso che sia un momento della mia carriera in cui cercare di vincere qualcosa, in NBA bisogna valutare tutto e arrivano tante proposte, ma poter giocare per vincere qualcosa sicuramente può essere diverso rispetto ad un team che fa re-building”.

Nei suoi 12 anni di NBA la considerazione degli “Internationals” è molto cambiata: “Ora non ci sono più gli stereotipi degli europei come giocatori soft. Il numero è aumentato, c’è molto più rispetto e conoscenza a livello di scout. I team sono più preparati a livello mondiale, riescono a capire molto di più come dei giocatori potrebbero giocare in NBA, ci sono anche dei software apposta che riescono a rapportare il rendimento di un giocatore in base alle statistiche rispetto a quello che potrebbe fare negli USA”.

Al di là dei mostri sacri Lebron e Kobe, Danilo Gallinari racconta anche chi lo ha stupito di più: “Beh, intanto Cris Paul è davvero fortissimo, come posso dire anche di Iguodala, mio compagno a Denver, un giocatore totale. Ai tempi di Denver c’era un giocatore come Ty Lawson che era fortissimo e velocissimo, adesso mi sembra che uno come Schroeder sia incredibile. Dopo Leonard è il two-way player più forte che c’è, l’unico giocatore NBA che pressa a tutto campo”.

E sul mito del trash-talking fa vedere di non tirarsi indietro: “C’è in tutte le partite, per come sono fatto io non sono quello che comincia, ma se c’è gli vado dietro e rispondo. E’ una parte simpatica, ci si prende molto in giro. Mi ricordo dei tempi di New York che i fans furono molto sorpresi quando risposi a Garnett che con Boston provava a mettermi “pressione”, ma io non ero di certo li per prenderle e non mi tirai indietro. Alla base di tutto c’è comunque tanto rispetto, quindi se poi si gioca insieme non ci sono mai strascichi particolari, si gioca per un obiettivo comune”.

Sulla maglia azzurra e il futuro del Pre-Olimpico 2021 Gallinari ha un sogno:” “Io penso che questa squadra possa vincere. Il gruppo si sta modificando, l’ambiente negli ultimi anni ha presentato comunque nazionali fortissime. Mi piacerebbe fare, come fatto negli ultimi anni in NBA, riuscire, partendo sottotraccia, a raggiungere risultati di prestigio. Per ora non siamo mai riusciti a superarci, dobbiamo riuscire ad essere una sorpresa”.

E infine il suo futuro ritorno a Milano per chiudere la carriera: “Mio papà ha vinto una Coppa Campioni, bisognerebbe almeno pareggiarlo (ride, ndr). Tornare e vincerne una sarebbe un bellissimo modo di ritirarsi. Mi immagino di tornare tra 5 anni e mi auguro che l’Olimpia, tra 5 anni, voglia ancora lottare per i massimi livelli europei, a me piacerebbe tantissimo”.

La settimana si chiude venerdì 15 maggio alle 18.30 tornando dietro la scrivania con il general manager della Pallacanestro Cantù Daniele Della Fiori che sarà protagonista della video-chat di Cantieri Aperti 365.

Fonte: Cantieri Aperti 365.