Galbiati: “Tokyo esperienza fantastica che non dimenticherò mai”

Credits Ciamillo-Castoria
Credits Ciamillo-Castoria

La gioia del coach della Vanoli nel ripercorrere l'esperienza Olimpica

Lunga intervista su La Provincia per Paolo Galbiati, reduce dall’esperienza a Tokyo 2020 come assistente di Meo Sacchetti e pronto a rituffarsi su una nuova stagione con la Vanoli Cremona.

Sono stra felice di aver potuto vivere questa Olimpiade. Per me è stata un’esperienza fantastica che non dimenticherò mai. La sensazione è
quella di essersi trovati al centro del mondo nel momento perfetto. Sono stato nel villaggio con atleti straordinari, ho avuto la possibilità di parlare con allenatori tra i più bravi del mondo e delle più diverse discipline. Insomma è difficile racchiudere le mille e mille emozioni che ho vissuto, ma posso dire che è stato tutto bellissimo. Per questo sono anche molto grato di averla potuta vivere. Quello che più mi è dispiaciuto è stato non poter vedere dal vivo le gare degli altri, perché sarebbe stato davvero straordinario. Era emozionante già così, non posso pensare come sarebbe stato potendo assistere anche ad altre competizioni live di quel livello, invece che limitarci purtroppo alla tv. (…) In fondo è stato giusto così. C’erano troppe cose in gioco, rischi che era assolutamente sacrosanto non correre. Quindi tutti sempre con la mascherina e movimenti assolutamente limitati a quelli che ci competevano. Allenamenti, partite, albergo. In tutto questo ‘isolamento’ però, c’è stato un aspetto positivo che secondo me non va sottovalutato. Siamo stati costretti gioco forza a stare tra di noi sempre e questo ha contribuito a creare dei legami bellissimi e molto stretti. Diciamo che si è fatto naturalmente team building. Eravamo un bel gruppo e siamo diventati ancora migliori insieme. All’interno dello staff ognuno aveva un suo compito ben preciso. Io ho fatto tanto lavoro a video e mi occupavo di preparare bene la parte difensiva. C’era un amalgama fantastico. Condividevamo tutto. Meo Sacchetti è il numero uno a fare gruppo. Mette tutti a proprio agio e poi ha un senso del gioco e della partita che non ha nessun altro. È un trascinatore e fa sentire tutti importanti per la causa comune. A noi indistintamente ci ha fatto sentire fondamentali nel nostro ruolo“, ha detto Galbiati