Frank Vitucci alza la voce in sala stampa: Le voci? Se fa il giornalista, faccia il giornalista
La Nutribullet Treviso cade con la Virtus Bologna in maniera netta, in sala stampa Frank Vitucci non le manda a dire
La Nutribullet Treviso cade con la Virtus Bologna in maniera netta, in sala stampa Frank Vitucci non le manda a dire.
«…una parte di comprensione, una parte di frustrazione, una parte di incazzatua. Poi le percentuali bisogna vedere, ognuno ci mette la sua, perché è giusto che il tifoso sia arrabbiato».
Poi si ipotizzano le dimissioni: «Ogni volta che perdiamo chiedi questa roba, io finché mi fanno allenare, alleno. Quando si decide di mandarmi fuori dalla porta, mi mandano fuori dalla porta. Io le dimissioni… perché? Perché ho perso contro la Virtus Bologna, che è seconda in Euroleague?».
«Magari avrei anche qualcos’altro da dire al riguardo, ma siccome io sono un uomo di club, un uomo di società, cerco di fare il mio lavoro nel migliore dei modi. Se poi non è sufficiente… Non lo so, non so perché ogni volta dovete farmi questa provocazione. Cioè, allora chi è? I tifosi per forza dicono dimissioni».
E qui Vitucci alza la voce a difesa del suo ruolo e del suo lavoro: «I tifosi dicano quello che vogliono. Hanno ragione tutti. Che devo da dire io. Devo dare ascolto a tutti?»
«Chi lo dice? E, riporto riporto… riporto cosa? Le voci così a cazzo. Vitucci dimettiti? Che riporto è? Un riporto giornalistico? E’ un riporto da bar, con tutto il rispetto».
E ancora: «Lei deve fare il giornalista, non riportare voci, che sono cazzate queste. No, no, lei sente cosa? Ma chi? Ma allora bisogna dire, ma no, non si fa sta roba qua. Non si entra a dire… Qualcuno dice, ma chi? Che venga qua e me lo dica. No, qualcuno dice cosa? Lo dica lei. Non si riportano le voci da bar. O le voci da social. Sui social si parla anche che ci servono dei giocatori».
«No, no, stop, basta, non esiste, non è un comportamento corretto questa roba qua. Non è corretto dire le voci… le voci le lasciamo andare. No, lei non deve capire, le voci le lasciamo perdere. Stop, stop».