Lo sport, un compagno di viaggio che orienta, protegge e fortifica i giovani e le famiglie, che aiuta i genitori nel loro difficile compito, che sostiene gli adulti non solo fisicamente ma soprattutto psicologicamente: questo era il titolo ma è stato anche il tema dell’evento organizzato dalla Fondazione Dinamo. Ogni anno la Fondazione realizza uno o più incontri per promuovere i valori dello sport mettendo in contatto i campioni delle varie discipline con le ragazze e i ragazzi: quest’anno sono stati coinvolti anche i genitori, due realtà che spesso non vengono riunite. E i testimonial di questo evento, che si è svolto al Palaserradimigni, erano grandi campioni che si sono distinti a livello nazionale e che vivono o svolgono la loro attività a Sassari.
Barbara Tetti, Gianni Puggioni, Linda Ferrando, Tore Erittu, Angeles Parejo, Ousmane Diop e Critiano Uras hanno risposto alle domande della presentatrice della serata, Valentina Sanna, dei ragazzi e del pubblico presente.
L’importanza e l’utilità di questo evento ideato dalla Fondazione Dinamo sono state sottolineate da tutti. “E’ una occasione che mancava alla città di Sassari” ha detto Angeles Parejo. È bellissima, perché coinvolge atleti e anche i genitori” (Barbara Tetti). “Questa è un’occasione per far capire ai giovani, che passano troppo tempo con il cellulare o alla tv, l’utilità per il fisico e per la mente di una attività sportiva” (Linda Ferrando). “Non solo i giovani ma anche gli adulti devono praticare uno sport, uno qualunque, è questa un’occasione per farlo capire a tutti” (Tore Erittu).
Tutti aspetti che sono stati chiariti e approfonditi rispondendo alle numerose domande, della conduttrice e del pubblico. Tutti i testimonial hanno potuto raccontare quanto lo sport ha dato a ciascuno di loro. Ecco, in breve, i loro commenti
Barbara Tetti ha cominciato a giocare a pallamano a tredici anni. Dopo soli due anni era già in nazionale e ha partecipato a due mondiali. A ventisette anni, quando giocava nella Chirmed Sassari ha subito un grave infortunio e ha dovuto smettere di giocare. Ora è allenatrice.
“Lo sport mi ha aiutato molto perché probabilmente ero una bambina agitata e avevo bisogno di fare attività. Mi ha insegnato tanto, negli allenamenti, nelle competizioni, mi ha fatto capire l’importanza di vincere ma anche di perdere, e ad aver rispetto dei compagni e degli avversari”.
Gianni Puggioni, campione di atletica leggera, vanta tra il 1989 e il 1999 ventuno presenze in nazionale; ha vinto un bronzo nella staffetta 4×100 ai mondiali di Goteborg nel 1995; ha vinto sei titoli italiani; ha partecipato alle Olimpiadi di Atlanta, a due mondiali, a tre Giochi del Mediterraneo (vincendo una volta nei 200 metri) e a un mondiale indoor.
“Lo sport insegna il rispetto, il fair play, l’educazione e i comportamenti corretti. Può supplire alle carenze delle famiglie e della scuola che a volte non ce la fanno a seguire fino in fondo i ragazzi, e allora lo sport e gli allenatori possono fare molto”.
Linda Ferrando, tennista professionista, nel 1994 è stata la numero 36 al mondo e prima in Italia. Nata a Genova, ha partecipato ai tornei più prestigiosi in tutto il mondo, Wimbledon, Roland Garros, Australian Open e US open.
“Per me lo sport è stato tutto nella vita fin da piccola, è scuola di vita, per questo continuo a vivere nel mondo dello sport e a insegnare. Attualmente insegno nell’Accademia tennis di Sassari e dirigo la scuola tennis, agonistica e pre-agonistica”.
Salvatore Erittu, pugile della scuola portotorrese “Martellini”, da dilettante ha conquistato due medaglie d’argento ai campionati nazionali. Professionista, ha vinto ventisette incontri su ventinove. Campione italiano nei massimi leggeri, nel 2010 ha conquistato il titolo Intercontinentale e Mediterraneo e, nel 2015, è diventato campione italiano dei massimi.
“Per me lo sport è stato tutto, mi ha fatto crescere come uomo e come atleta, mi ha insegnato l’impegno, la fatica, il rispetto. Sono valori importanti nella società di oggi e credo che all’attività fisica dovrebbero essere dedicate più ore nella scuola”.
Angel Parejo, calciatrice, è nata a Terrassa, in Spagna, ha giocato nel Torino, nella Roma e nella Torres a Sassari, dove ha vinto quattro scudetti, quattro Coppa Italia e due Supercoppa. È allenatrice del Cus Sassari.
“Lo sport per me è stato un compagno di viaggio importante perché prima di diventare donna ero bambina, ragazza, e poi sono diventata giocatrice, ho conosciuto tanta gente, è stato bello, per questo continuo a lavorare con i ragazzi, per far capire loro le nostre esperienze e il ruolo che ha avuto lo sport nelle nostre vite”.
Ousmane Diop, lungo senegalese, classe 2000, è arrivato in Italia all’età di quindici anni e ha cominciato a giocare a basket a Udine. Nel 2018 ha firmato con la Dinamo e ha giocato prima in A2 (a Cagliari e a Torino) e poi a Sassari in serie A (attualmente ha una media di 9.3 punti e 5.3 rimbalzi).
“Lo sport a me ha cambiato la vita, mia e della mia famiglia, perché mi ha fatto realizzare i sogni che avevo fin da bambino”.
Cristiano Uras, classe 2007, giocatore della Dinamo Lab, ha avuto un’ascesa rapidissima nel basket in carrozzina: ha partecipato all’Eurocup 3 segnando 19 punti contro il Lille. Ha preso parte ai raduni under 19 e under 22 della nazionale.
“Lo sport aiuta molto in tutti i casi. A me in particolare dà un grande supporto, è uno stimolo. Mi offre possibilità di confronto e mi consente di pormi nuovi obiettivi. Il basket in carrozzina può darmi soddisfazioni importanti, anche a livello dei risultati sportivi”.
Ad assistere all’incontro, oltre a tanti ragazzi e a tanti genitori, anche la prima squadra maschile della Dinamo al completo insieme al settore giovanile biancoblu, agli staff tecnici e dirigenziali del club.
“Lo sport: un compagno di viaggio che orienta, protegge e fortifica” era un incontro-confronto fortemente voluto dalla project manager Annina Sardara e dalla Fondazione Dinamo, ed è stato possibile grazie al coinvolgimento degli sponsor Banco di Sardegna, Fondazione di Sardegna, Acrisure Italia e della Regione Sardegna. L’iniziativa e, in particolare, la formula, hanno riscosso ampio successo e i consensi sono stati numerosi e calorosi: la speranza (anche a parere di tenti partecipanti) è che questo sia il primo di altri incontri di questo genere, che permettano alle realtà cittadine di diverse discipline di dialogare insieme.
La speranza è che possa essere il primo di numerosi incontri che permettano alle tante realtà cittadine di discipline diverse di dialogare insieme.
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