Facce da Dinamo
Il film della vittoria di Sassari su Varese
Una partita che vale mezza stagione, una partita chiave per mille e uno motivi, una partita da vincere nonostante la pressione, la palla pesante, l’avversario e un finale pazzesco. La Dinamo, nel suo decennio da sogni in serie A, non è abituata ad affrontare sfide del genere, dove ti guardi dietro in classifica e vedi un precipizio, è abituata a giocare per i primi posti e non è un dettaglio di poco conto.
Ma è chiaro che in tempo di Covid biennale, di partenze pesanti vedi Spissu e Bilan e di difficoltà nel dover sempre ricostruire un progetto, Sassari debba fare di necessità virtù e lo debba fare avendo corretto in corsa una squadra senza anima, deve combattere di pallacanestro. Lo dice chiaramente Piero Bucchi, coach abituato a qualsiasi tipo di situazione, che non guarda in faccia nessuno, fa scelte coraggiose come a Venezia e porta a casa un successo pesantissimo in chiave morale, punti e possibilità di poter correggere e capire cosa serve alla Dinamo, lavorando con più serenità.
Il Banco, dopo aver sofferto le pene dell’inferno difensivamente, tira fuori la sua faccia migliore nel momento più difficile di tutti, 4° quarto 69-79 Varese, che trascinata dalle triple del folletto Keene e dalla straordinaria partita di Kell, apre la strada ad un successo che varrebbe triplo. Lì la rabbia, il pubblico, il cuore e l’orgoglio battono un colpo fragoroso: Burnell è mostruoso per intensità, Diop guadagna ogni minuto sul campo, Treier ci mette del suo, Gentile guida l’orchestra, Logan è ancora una volta fuoriclasse dei momenti che contano: il parziale di 16-0 con zona 3-2 e rimbalzi offensivi determinanti è lo specchio del fuoco del Banco, sembra il preludio al break che gira partita e mette ko Varese, ma Vertemati spende tre time out, rimette la zona 2-3 e ricaccia la Dinamo nella paura. De Nicolao è un giustiziere, il classico hombre del partido, ma il suo 5° fallo è pesantissimo, Bendzius e Logan fanno esplodere il PalaSerradimigni, il gioco dalla lunetta è sempre una roulette russa ma Sassari mantiene lucidità e nervi, il sospiro di sollievo finale ha il sapore di un trionfo.
Campioni di oggi, campioni di domani perché Dallas Logan, 7 anni soffre per il padre in campo, Ferdinando Gentile corre per spingere il papà, c’è tutta la famiglia Burnell orgogliosa di JB che non riesce a fare il duro di fronte a chi ha di più caro al mondo. Sono le facce di questa nuova Dinamo, che trova un Robinson formato Diener che segna 10 punti con 10 assist in 12’ per poi prendere un colpo e cadere a terra post esultanza di Burnell. I rimbalzi da record sono 43 di cui 21 offensivi, come il 95% dalla lunetta o il 126 di valutazione, ci sono un Battle da sistemare e un Mekowulu da ritrovare ma è il dogma di coach Bucchi, le opportunità capitano a tutti, bisogna saperle coglierle per il bene comune che è la Dinamo, è già una grande vittoria. Il Natale non lascia tregua, è in arrivo l’inferno del PalaDozza con la Fortitudo che ha dato 36 punti a Trieste e ha sfiorato una clamorosa vittoria nel derby, forse una delle squadre peggiori da incontrare oggi. Ma si guarda una partita alla volta, un mattoncino alla volta, il cammino è lungo e tortuoso, pieno di insidie, ma almeno Sassari si è iscritta ufficialmente al campionato.