Ettore Messina: Si vince per qualcuno, non contro qualcuno
Ettore Messina ha raccontato il trentesimo Scudetto di Olimpia Milano in un’intervista concessa a Elisa Chiari di Famiglia Cristiana
Ettore Messina ha raccontato il trentesimo Scudetto di Olimpia Milano in un’intervista concessa a Elisa Chiari di Famiglia Cristiana. Ecco alcuni passaggi.
SUL DISTACCO
«Nell’era dei social, se non impari almeno un po’ non ne esci vivo. C’è sempre più acredine, la nostra società non accetta che nello sport uno solo vince, quindici competono. Si riduce tutto ad un’arena, in cui se vinci sei Russel Crowe nel Gladiatore, se perdi un cretino. Allora ti attacchi a tutto: alla poesia, alla moglie, ai figli, agli amici, al ricordo di tempi diversi. Se non si rafforza il senso di vincere per qualcuno anzichè contro qualcuno, non ne usciamo, non educhiamo i nostri figli».
SULLO SCUDETTO
«Forse è un ossimoro: sei in finale e senti l’obiettivo lontano. Per tanti motivi: l’avversario che senti fisicamente più forte con una squadra profonda, la tua, che ha qualche acciacco di troppo, in una stagione in cui si è faticato a trovare la quadratura. Un playoff a sette partite, molto equilibrato, in cui hai perso male la sesta arrivando 3-3. Sai che decidono i dettagli. Ho anche pensato di far vedere ai ragazzi l’incontro di Muhammad Alì e George Foreman nel ’74, quando prese botte per 8 riprese e poi vinse: era la metafora di quello che vivevamo. Nel momento in cui vinci alla "bella", sei così stanco, con tante notti insonni alle spalle, che ci metti un po’ a renderti contro e a godertela».