Ettore Messina: L’ultimo tiro è stato un gran tiro. Dimostrato di poter stare a questo livello
Ettore Messina si è presentato all’incontro con la stampa con due dita steccate. Una mano data con un amico, e l’accidentale infortunio
Ettore Messina si è presentato all’incontro con la stampa con due dita steccate. Una mano data con un amico, e l’accidentale infortunio. Poi, sono stati tanti i temi
Sulla delusione del match: «Non ho risposte. Ho passato del tempo con mio figlio a chiedermi se sia meglio perdere di poco giocando per il titolo, o perdere di 15 per capire che non sei a quel livello, e al momento incazzarti meno. Tutto sommato, pur con i nostri limiti, abbiamo dimostrato che a questo livello ci possiamo stare. Non è una stagione casuale, non è un playoff casuale, e quindi esserci alla fine è stata una buona cosa».
Sull’episodio finale: «L’ultimo tiro è stato un gran tiro, costruito bene da Delaney, eseguito bene da Punter, se andava dentro eravamo tutti contenti. Era un ottimo tiro, costruito bene con uno dei migliori tiratori, quindi non puoi lamentarti. Poi chiaro, nel corso della partita ci possono essere cose da rivedere e analizzare, ma direi che la rimonta del terzo quarto è stata importante sia in difesa che in attacco. Penso a Vlado, ma tutti hanno fatto quello che potevano… questo (Higgins) si è inventato un canestro incredibile. Che vuoi dirgli? Bravo, e stop».
Un’ulteriore analisi: «Ci sono stati purtroppo un paio di possessi in due minuti in cui abbiamo avuto qualche possesso scadente. E questo lo paghi».
Sul voto alla stagione: «Alla stagione di EuroLeague do otto. E’ stata una bellissima stagione».
Sul futuro: «Noi non possiamo crescere solo a livelli di innesti. Abbiamo un budget e lo rispettiamo. La speranza è che si possa fare qualcosa a livello di roster, e poi fare qualcos’altro per il miglioramento individuale»
Sul commento di un allenatore che ritiene l’esperienza di Milano, e la necessità di crescere ancora, come uno stimolo per tutto il movimento: «Onestamente non sono molto interessato a quello che si pone il movimento. Noi siamo, e saremo sempre, così, guelfi e ghibellini. Se c’è qualcuno che vuole prendere spunto da come facciamo noi, bene, se c’è qualcuno che se ne frega, non mi faccio grossi pensieri. Noi formalmente rappresentavamo un movimento, ma effettivamente non rappresentiamo un movimento».
Sui rinnovi: «Abbiamo un buon nucleo sotto contratto, siamo fiduciosi di poter continuare a lavorare bene. Poi a fine campionato parleremo con i giocatori in scadenza. A differenza di un anno fa, che causa lockdown ci siamo messi a lavorare presto sull’assetto della squadra, adesso presi dall’EuroLeague e dai playoff italiani non abbiamo fatti grandi discorsi».
I colloqui li terrà il GM: «Ci parla Christos con tutti questi agenti. Io mi tengo fuori. E lui sicuramente parla con tutti».
Ora si torna in Italia per i playoff di Venezia: «Per esperienza passata personale non sarà facile. Ecco perchè ritenevo importante vincere le prime due con Venezia, perchè non sapevo come saremmo stati mercoledì. Se poi sapremo ritrovare la nostra normale energia, e in questo l’esperienza dei vecchi sarà fondamentale, poi torneremo al nostro normale modo di giocare. La ripartenza sarà difficile».
«Come ben sapete, Christos Stavropoulos aveva proposto alla Lega un playoff 5-5-5, o addirittura 3-5-5, peraltro in quest’ultimo caso contro i nostri interessi. Ma l’Assemblea ha ritenuto che non fosse il caso, e quindi ci siamo adatti. Motivazioni? Non so, non ricordo, non c’ero».
Il passato porta però anche buoni ricordi, post playoff, a Ettore Messina: «L’ultima stagione al Cska, prima della Final Four, perdemmo le due partite di Vtb precedenti all’evento in casa. Tornammo dalle Final Four di Milano spappolati, ma la squadra si ricompattò e riuscimmo a mettere in fila nove vittorie. Io ho fiducia nella loro voglia di vincere in Italia, che era l’obiettivo prefissato di inizio stagione, ma certo mi faccio delle domande sullo stato fisico e mentale immediato dopo questa esperienza. E’ solo una questione di tempo».
Intanto le gare crescono: «90 gare? Sono un po’ stanchino. Sono anziano».
Sul diventare poi, in futuro, solo presidente; «Next question».
E il futuro non pare così differente: «Per quest’anno non ci sarà nessun cambiamento da quel punto di vista. Sono ipotizzabili dopo, ma le 90 gare restano anche per l’anno prossimo, al massimo non avremo la Supercoppa di queste dimensioni. Il tema della lunghezza della stagione partirà dalle scelte di riposo per eventuali giocatori alle Olimpiadi. Dunque sarà una stagione come quella attuale, magari senza Covid, ma con la minaccia infortuni. Ricordiamo Michael Roll quanto è stato decisivo in assenza di Delaney».
Sulla grande gara di Vlado Micov: «Pur accettando la logica della scelta, lui sapeva la stima immutata, tanto che è partito tra i primi cinque. Avvio importante, ed è stato decisivo nel terzo quarto».
E una missione per il futuro: «L’obiettivo tattico del futuro è migliorare nell’uso dei cambi e nell’attacco dei cambi. La pallacanestro va lì».