Ettore Messina: In attesa del verdetto Fiba per Voigtmann. Potrebbe essere la mia Milano più forte

Ettore Messina ha rilasciato oggi, presso la Secondaria del Forum d’Assago, una lunga intervista ai giornalisti presenti

Ettore Messina ha rilasciato oggi, presso la Secondaria del Forum d’Assago, una lunga intervista ai giornalisti presenti. Tanti gli argomenti trattati, ecco la trascrizione integrale.


SULL’OBIETTIVO SCUDETTO E FINAL FOUR


«Non lo dico io, lo dice la storia dell’Olimpia Milano. Potrei fare discorsi su bel gioco e crescita, ma farei ridere. Quindi, quando ti metti su questa canotta, l’obiettivo è vincere. Dallo Scudetto, il trentesimo, alle Final Four, sapendo che non c’è nulla di scontato. Parlando proprio delle Final Four, dovremo conquistare i playoff prima: 8 posti disponibili su 18 squadre al via, niente di semplice»


SUGLI ITALIANI AD EUROBASKET


«Una grande soddisfazione, per loro e anche per noi, che segue un playoff LBA, e una finale scudetto, in cui il gruppo italiano ha inciso maggiormente. Ora è arrivato Stefano Tonut, ad alzare ulteriormente il livello. Ovviamente, c’è la massima attenzione di tutti affinchè i loro giocatori non incappino in infortuni o altro. Abbiamo anche noi la speranza che tutti rientrino qui in condizioni decenti».


SULLA COMPLESSITA’ DEL CALENDARIO EUROPEO


«Quando ne ho parlato mi sono preso le pernacchie. Quindi non ho molto da aggiungere. Se non ci si siede tutti intorno ad un tavolo pronti anche a rinunciare a qualcosa, avremo sempre questo calendario problematico. Il problema degli infortuni è ormai pacchiano: a prescindere dalle competizioni in cui si è impiegati, i giocatori vanno in campo stanchi. E quando giochi stanco, ti rompi».


SUL ROSTER PIU’ PROFONDO


«Potrebbe essere la più forte e la più profonda da quando sono a Milano. Mi auguro ci permetta di fare lo step successivo. La problematica può essere legata ai minuti. Quando ci sono gli infortuni, ce ne sono per tutti e sono tutti contenti, anche perché quelli che stanno fuori possono così recuperare e ritrovare una squadra in buona posizione. I problemi nascono quando sono tutti sani e qualcuno deve star fuori e bisogna avere l’onestà di dirlo e fare chiarezza. Quanto noi saremo capaci di avere autodisciplina, come successo l’anno scorso nei playoff, supereremo grazie alla profondità gli infortuni e giocarcela fino alla fine. Abbiamo più atletismo. Giocatori come Mitrou-Long, Davies e Thomas ci danno un atletismo particolare ed anche molta capacità realizzativa. Naz può fare molto da questo punto di vista e Davies è un pivot realizzatore».


«Come nei playoff potremmo vedere una squadra più portata a correre».


SU JOHANNES VOIGTMANN


«Stiamo aspettando il verdetto della Fiba, dopo quello positivo avuto da Pangos. Noi avevamo fatto un accordo con il giocatore, che prevedeva fosse libero ed ora stiamo aspettando la decisione della Fiba per quanto riguarda Voigtmann. Noi ci guardiamo intorno sempre, come tutte le società di Eurolega, però siamo fiduciosi che la cosa si risolva positivamente. Non mi sembra normale, non è giusto nei confronti dei giocatori. Così come per il caso Mitoglou che, pur avendo sbagliato gravemente, ha diritto ad una sentenza».


SU PEPPE POETA


«E’ una persona che ha la competenza figlia di una bella carriera, l’atteggiamento positivo di chi lo ha preceduto, la capacità di avere buoni rapporti con chi sta in campo e chi sta fuori, e mi auguro che, se non diventa anche lui ct, possa restare con noi a lungo».


SUL VOTO IN LEGA "CONTRARIO" A GANDINI COME LA VIRTUS


«No, noi abbiamo votato no, loro si sono astenuti. Non facciamo tante cose in comune con la Virtus. Nel rispetto della persona e del dirigente, ci sono state delle cose che non abbiamo condiviso, e che abbiamo chiarito con Gandini pochi giorni fa. E’ stato gentile da venire a trovarci qui in sede. Posso dire che da un punto di vista operativo il nostro appoggio non è mancato mai. Altre cose non le abbiamo condivise, abbiamo chiarito con onestà la nostra posizione, e oggi si vuole riprendere a collaborare nell’interesse di tutti»


SU TOMMASO BALDASSO COME ESEMPIO POSITIVO DEL 6+6 «Baldasso ha avuto l’occasione grazie all’obbligo dei 6 italiani ed è riuscito a sfruttarla. Da questo punto di vista la regola ha avuto un suo valore e di Tommaso non posso che parlarne bene. Ma sono tutti come lui, che hanno questa fame e voglia, o ce ne sono che vivacchiano un po’ per il posto garantito?. Io posso permettere di prendere un Baldasso, avendo i Datome, Melli e gli stranieri forti, e rischiare di vedere se lui ce la fa, come con Alviti che spero faccia un passo avanti. In un’altra società hai bisogno di prendere giocatori che ti permettano di raggiungere i tuoi obiettivi e fai fatica a prenderti un rischio, solo perché ti obbliga la regola. In più, la regola ha portato ad un aumento del costo degli italiani e, secondo me, questo non è giusto dal punto di vista della società. È un dibattito aperto e legato caso per caso. Lui ha avuto il carattere per sbattere contro il muro, perché i primi giorni ha fatto fatica, e poi reagire e ritagliarsi uno spazio importante. Tanto che ora l’ha portato in Nazionale, credo con pieno merito. Sono tutti così? Non lo so».


SUI RAPPORTI DOPO LE FINALS


«C’è stata acredine? No, c’è stata maleducazione, è diverso. Avete frasi che mostrano da parte nostra acredine? Vi sfido a trovarla, a cominciare dalle frasi sugli arbitri, da quelle della proprietà. Mi sembra siano state in un verso solo».


«Sicuramente abbiamo avuto una forte rivalità. Da parte nostra, sinceramente, faccio fatica a condividere il concesso di acredine».


«C’è questo concetto che faccio fatica a condividere da anni: "finchè c’è la palla in gioco si può dire tutto quello che ti esce dalla bocca, poi alla fine chi ha vinto, chi ha perso, ci si stringe la mano". Stringere la mano faccio un po’ fatica. Come diceva un mio vecchio amico, sono un incrocio tra un elefante e un carabiniere. Elefante nel senso della memoria. Lo diceva il mio amico Giordano Consolini».


SUI DIRITTI TV


«Puntavamo anche ad una fruibilità più semplice. Sarò vecchio, ma mi piacerebbe avere un solo riferimento su cui schiacchiare e avere campionato ed EuroLeague. A questo ci siamo arrivati, ora vediamo che succederà con i diritti tv e pay».


SUI VALORI DI LBA



«Sta continuando a crescere progressivamente. Ogni anno un po’ più forte, arrivano giocatori che possono incidere. Leggevo gli adeguamenti di Reggio Emilia, che già aveva fatto un bellissimo campionato l’anno scorso. Brescia ha fatto una squadra diversa ma più profonda, Tortona sarà lì, Venezia ha rifatto la squadra, Sassari è sempre una squadra difficile da affrontare. Quando vai in trasferta rischi sempre di perdere contro tutte, come a noi era ad esempio capitato a Cremona, quando siamo andati alle Final Four».





«Sta diventando piano piano una lega più fisica. Tre anni fa era una lega piccola fisicamente, le guardie giocavano ala, le ali piccole come ali grandi e le ali grandi da centro. Ora stanno arrivando giocatori più di ruolo. L’atletismo e la fisicità delle squadre è sempre più proiettato alla competizione europea. Non solo per noi, ma anche per chi fa Eurocup, Champions League ed Eurochallenge. Ora non siamo più così sottodimensionati fisicamente, che è la cosa di cui hai bisogno per competere in campo internazionale».


SUL CAMBIO PANGOS RODRIGUEZ


«Questo (Pangos, ndr) è quello che lui ha fatto con Zalgiris e Zenit, al Barcellona ebbe quella stagione in cui si ruppe il piede e non ebbe modo di incidere. Il Chacho ci ha sempre dato grande gioia, dentro e fuori dal campo e con i tifosi. Era il senso di poter provare a vincere. E ci ha fatto divertire molto, con quel gioco sempre al limite del rischio. Se Kevin riuscirà a creare questo feeling con il pubblico potrà fare molto meglio. Non sarà facile».


SUL MANCATO RINNOVO DEL CHACHO


«Come con Kyle avevamo avviato le negoziazioni molto presto, la società ci aveva dato un segnale molto preciso. Ma lui ha pensato anche al suo futuro. Ha firmato per un anno, significa che forse sta programmando il suo futuro».


SU EUROLEAGUE


«Con lo staff facevamo fatica a trovare 10 squadre da lasciare fuori dai playoff. Un esempio: il Panathinaikos, l’anno scorso in difficoltà, quest’anno si è rafforzato molto. La Stella Rossa ha aggiunto un numero enorme di giocatori. Il Partizan ha un coach come Obradovic, gente come Punter, Avramovic e Papapetrou. E un pubblico importante. Potrebbe abbassarsi la quota playoff, non essendoci squadre di un livello sensibilmente più basso».


«A questo si aggiunge un playoff dove le possibilità di vittoria di chi non ha il fattore campo a favore, storicamente, sono molto  basse. Questo significa arrivare nei primi quattro, in una lega dove si fatica a trovare 4 squadre che stiano fuori».


SU SIMONE FONTECCHIO


«No, non mi aspettavo questa crescita, a partire dal lavoro comune in Nazionale nel 2017. Ha fatto un salto enorme. Nicolò Melli ha dovuto andare al Bamberg per diventare Nicolò Melli, esattamente come Simone Fontecchio ha dovuto andare all’Alba Berlino per diventare Simone Fontecchio. Evidentemente qui non è stato abbastanza aiutato nel suo percorso, e nella lista mi ci metto anche io. Quando nel 2020 parlammo, nella mia testa non credevo di potergli concedere più di 5’, 10’, visto che c’erano Micov o Brooks. Veniva da una stagione a Reggio Emilia, e anche lì non si era ancora espresso ai suoi livelli. Invece, in primo luogo io, dovevo dare magari meno minuti a Micov o Brooks e mandare in campo Simone Fontecchio».


«Credetti di agire nel suo interesse dicendogli questo. Lui scelse Berlino ed esplose».


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