Estra Pistoia, Brienza prima di Gara 1: Siamo carichi come non mai, serve concentrazione per 40′

Ciamillo-Castoria

Il coach di Pistoia: Questo percorso non ha una logica se uno si ferma a riflettere. Il sottoscritto assieme al direttore sportivo riteniamo, senza presunzione, di aver fatto un lavoro che ritengo eccellente, sapendo di contare su budget limitati rispetto ad altri.

L’Estra Pistoia Basket 2000 è pronta per i playoff. L’incrocio è con la Germani Brescia, avversario che evoca lontani piacevoli ricordi (il 3-2 nella finale di LegaDue di undici anni fa per tornare in A) e molto meno in epoca recente, vedasi le due sconfitte rimediate in regular season. Partite ben diverse fra loro, nelle quali Pistoia è rimasta in scia alla talentuosa squadra di coach Alessandro Magro (in lizza, assieme al nostro Nicola Brienza per il titolo di miglior allenatore del campionato) salvo poi essere azzannata nel rush finale. Ecco perché il tecnico biancorosso, per questo quarto di finale playoff, chiede concentrazione fino alla sirena finale.

Pistoia sarà seguita in Lombardia da circa 200 tifosi per questa gara-1: palla a due ore 20.45 (diretta su Dazn, Eurosport1 e DMAX. Arbitri: Rossi di Anghiari, Baldini di Firenze e Noce di Latina).


I TEMI DELLA PARTITA Su cosa aspettarsi, il tecnico dell’Estra taglia corto. "Siamo carichi come non mai – afferma Nicola Brienza – io, e anche i ragazzi, dal suono della sirena della partita vinta a Trento aspettiamo soltanto l’inizio dei playoff. Sono state due settimane di grande tensione, ovviamente positiva, perché abbiamo una voglia incredibile di giocare e non è vero che non abbiamo pressione: leggo che giochiamo leggeri e spensierati ma noi sappiamo che vogliamo vincere, come sempre del resto. Per questo si va a Brescia per fare due partite pazzesche, sapendo quella che è la qualità degli avversari, ma allo stesso tempo vogliamo provare ad essere sempre di un livello più alto. Di sicuro c’è un maggior stress emotivo, io per esempio sono sei giorni che mi alzo alle 5 la mattina e penso al mio amico Alessandro Magro (ride, ndr). Per questo non vedo l’ora che si alzi la palla a due per giocarci questa serie".


Alla fine si incontrano le due squadre che, al netto di due sostituzioni temporanee in casa Estra, non hanno mai cambiato roster nel corso della stagione. "Però va detto che le forze e le potenzialità in campo sono ben diverse – ammonisce il tecnico biancorosso – Brescia all’andata qui da noi non aveva Petrucelli e non se n’è accorto nessuno, al ritorno non c’era Gabriel ed è stata la stessa cosa. E’ vero che siamo gli stessi ma la differenza di budget e di elementi è evidente: come ho sempre detto, la Germani è una squadra di alta Eurocup che non gioca le Coppe e, di conseguenza, ha talento e grande profondità. Dal nostro punto di vista, invece, siamo stati molto fortunati nei momenti di stop di Jordon Varnado a riuscire ad incastrare al meglio le soluzioni temporanee di Basile e Blakes che hanno messo una pezza importantissima".


Come detto, Brescia e Pistoia approcciano il quarto di finale playoff con la Germani avanti 2-0 in questa annata di regular season e l’Estra che vorrà puntare sulle proprie percentuali di successo, molto alte, lontano dal PalaCarrara. "Abbiamo negli occhi Della Valle che, da solo, segna 10-11 punti consecutivi e crea il solco qui da noi – aggiunge ancora coach Brienza – e la partita gira in quel frangente, mentre al ritorno a 3’30" dalla fine abbiamo avuto la palla per andare avanti ma sono stati bravi loro a non permettercelo. Vuol dire che ci portiamo dietro cose andate bene ed altre meno: abbiamo parlato in questi giorni e capito come essere concentrati per 40′ sapendo che non è facile perché ci sono giocatori importanti. La Germani è una squadra profonda e di grande qualità: quello che mi piace di più di loro è che quando entra la second unit del quintetto, per assurdo, sono a volte anche più efficaci di chi è partito in quintetto".


Infine, il confronto con l’amico Alessandro Magro, entrambi in lizza per vincere il titolo di miglior coach dell’anno in LBA. "Eravamo due pischelli quando andavamo a Bormio insieme al corso – confessa il tecnico dell’Estra – poi ci siamo ritrovati ad essere i secondi assistenti a Cantù e Siena quando loro dominavano e Cantù voleva essere protagonista. Mi ricordo quando, per preparare una finale di Coppa Italia, ci trovammo alle 5 del mattino fuori dalle nostre stanze dopo aver visionato partite per fare il miglior lavoro possibile ed entrambi con due occhiaie enormi. C’è grande stima reciproca e sana amicizia. Però, siamo 0-2 in campionato per lui e quindi ora una sana rivalità mi dice che potrebbe essere il momento di sbloccare il risultato anche per me (ride, ndr). Devo dire, infine, che mi ha fatto piacere leggere una sua dichiarazione proprio sul premio dei migliori allenatori con la presenza mia, sua e di Paolo Galbiati, ovvero della nuova generazione che sta spingendo per venire su".


FERMIAMOCI UN ATTIMO A… Prima di partire per Brescia, il coach biancorosso ha voluto anche soffermarsi su quel che ha detto la regular season di LBA e, allo stesso modo, il clamoroso percorso dell’Estra, non solo per quest’annata.


"Rischio di essere banale ma è opportuno dire di nuovo che le prime quattro della graduatoria sono di un livello più alto del resto del gruppo – aggiunge Brienza – e sono convinto che chiunque avessimo incontrato sarebbe stato la stessa cosa: c’è da dare grandissimo merito a queste squadre per il percorso che hanno fatto e poi avere consapevolezza della difficoltà della serie.

Il secondo riferimento che faccio è alle parole di capitan Della Rosa che ha detto in settimana, ripercorrendo quanto successo in questi tre anni passando dai playoff di A2 agguantati all’ultima giornata arrivando ad adesso che siamo ai playoff di A con la chance di entrare in Coppa per la prossima annata. E’ qualcosa di straordinario e inimmaginabile: questo percorso non ha una logica se uno si ferma a riflettere. Il sottoscritto assieme al direttore sportivo riteniamo, senza presunzione, di aver fatto un lavoro che ritengo eccellente, sapendo di contare su budget limitati rispetto ad altri. E devo dare atto al gruppo di chi c’era prima anche del mio arrivo che ha costruito tutto questo, vedendo ragazzi come Della Rosa e Saccaggi che erano i playmaker della squadra che entra nei playoff di A2 per il rotto della cuffia tre anni fa e oggi sono nello stesso ruolo ma per giocarsi una potenziale semifinale scudetto. So che sono aspetti che conosciamo ma ogni tanto è opportuno fermarci ad assaporare tutto quello che è successo".


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