Ergin Ataman fa sempre discutere: prima l’espulsione, poi una bacchettata ad alcuni tifosi

Ergin Ataman sempre al centro della discussione, e un nuovo episodio è arrivato lunedì sera, quando il coach del Panathinaikos è stato espulso

Ergin Ataman sempre al centro della discussione, e un nuovo episodio è arrivato lunedì sera, quando il coach del Panathinaikos è stato espulso nel corso del quarto quarto dell’amichevole con il Maccabi Tel Aviv.




Ma andiamo con ordine, perchè i temi si intrecciano. Siamo a Nicosia, Cipro. Il Panathinaikos perde in amichevole con il Maccabi Tel Aviv 75-88. Nel corso del quarto quarto Ergin Ataman viene espulso dopo un’infrazione di passi comminata a Cedi Osman.


Si vede il coach turco entrare in campo, e quasi auspicare, ad ampi gesti, la sua espulsione con il direttore di gara. Nelle ore successive, su Instagram, Ataman pubblica una storia in cui racconta di aver visto uno striscione che ne ha guastato l’umore.


Cipro, storicamente, è sempre stato scenario di scontri tra Grecia e Turchia. Alcuni tifosi del Panathinaikos avrebbero mostrato una scritta che ricordava "la sanguinosa invasione di Cipro da parte dei turchi", un evento risalente agli anni ’70 del secolo scorso.


Questo quanto scritto da Ataman: "Sono Ergin Ataman e, coach del Panathinaikos nella "leggendaria" stagione dell’anno passato. Ho sostenuto con forza questo torneo perché credevo che avrebbe contribuito all’"amicizia e alla pace" e sono venuto qui con sentimenti molto positivi.


Il primo giorno siamo stati accolti calorosamente all’aeroporto. L’amore negli occhi della gente mi ha reso molto felice. Durante la sessione di autografi, ho incontrato centinaia di fan. Questa atmosfera di amicizia e pace era molto promettente per tutti noi.


Tuttavia, ieri a’llarena, dove dovrebbero prevalere sport e l’amicizia, un piccolo gruppo ha esposto uno striscione politico che non ho trovato coerente con l’ospitalità ricevuta qui. Ho espresso la mia reazione a questa situazione nel modo più forte possibile per attirare l’attenzione.


I palazzetti dello sport sono luoghi di amicizia e di pace, non di politica. So che le persone che hanno esposto quello striscione non influenzeranno le emozioni di migliaia di persone che hanno dimostrato a me e alla mia squadra amore fin dal primo giorno. Ci sarà sempre un legame di affetto molto speciale tra noi e loro.


Allo stesso modo, qualunque cosa accada, il mio amore per i veri appassionati di basket qui rimarrà sempre lo stesso. Perché la cosa più forte che ci unisce è l’amore comune per il basket.

Credo che lo sport e l’amicizia vinceranno sempre».


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