De Raffaele: “Vogliamo continuare a crescere come senso di squadra”
Venezia viene da 5 vittorie consecutive e domenica affronterà Cantù. Le parole di De Raffaele
Domenica sera l’Umana Reyer Venezia sarà impegnata, nella quarta giornata di ritorno, al Taliercio con la Pallacanestro Cantù. Nella consueta videoconferenza del venerdì coach Walter De Raffaele analizza le insidie del match:
"Per noi è un’altra partita molto importante perché vogliamo continuare a crescere come senso di squadra e cercare di arrivare nel miglior modo possibile alle Final Eight del Forum. Domenica arriva Cantù, una squadra reduce da un cambio di allenatore che ha subito portato una vittoria importante nel derby con Varese. Una nuova guida tecnica porta sempre cambiamenti sia tecnici che emotivi in una formazione che comunque anche prima è sempre stata molto competitiva con le avversarie affrontate. Con l’aggiunta di Frank Gaines, la squadra di Piero Bucchi, ha certamente implementato quella che è la pericolosità offensiva soprattutto sul perimetro insieme anche a Jamie Smith, Andrea Pecchia e Gabriele Procida -due italiani che si stanno mettendo in mostra- e al sempre eterno Maarten Leunen. Quindi troviamo un avversario che fa del talento offensivo una delle sue chiavi principali. Ci aspetta un’altra sfida da affrontare con molta attenzione, da approcciare con grande presenza a rimbalzo, e soprattutto, come al solito, cercando di farla nostra dal punto di vista difensivo".
Sulla condizione della squadra.
"Isaac Fotu non lo recuperiamo perché dovrebbe cominciare a correre questo fine settimana; Mike Bramos ha avuto un problema al piede e non si è quasi mai allenato; abbiamo avuto problemi anche con Julyan Stone e Valerio Mazzola. Per il loro impiego decideremo domenica, in quanto sono situazioni che sono avvenute nella sessione di allenamento di oggi. Per quanto riguarda Bruno Cerella sta recuperando ancora dal suo problema al piede, ma sarà certamente della partita".
Il lavoro eccellente del preparatore atletico Renzo Colombini.
"Con Renzo mi lega ormai un rapporto lungo di oltre 20 anni. Credo sia uno dei migliori preparatori che ci siano in Italia, e non solo nel nostro Paese. Io mi fido cecamente di lui; devo dirlo, è un preparatore di una qualità eccelsa e con lui sta crescendo benissimo anche Matteo Xalle; sono certo che potrà fare molta strada anche lui. Renzo ha la capacità di vivere -come noi- dentro a tutti gli aspetti della squadra e in questo ultimo mese e mezzo è stato preso completamente dal suo lavoro. La differenza poi la fa sempre l’allenatore quanto si affida al lavoro di staff. Il fatto di affidarsi, appunto, sulla gestione dei giocatori che può voler dire non anche non farli allenare -come per noi è il caso di Gasper Vidmar che adesso fa due soli allenamenti a settimana- credo sia un feeling fondamentale. Tanto merito della qualità che abbiamo in questo momento -direi in questi ultimi cinque anni che ci ha sempre contraddistinto soprattutto nei playoff- sia suo, del suo staff e anche quello dello staff medico”.
Venezia seconda in classifica, seconda miglior difesa del campionato, dopo una tempesta incredibile nel mese di dicembre. Qual è il segreto di questa squadra?
"La disponibilità dei giocatori a sposare un progetto di condivisione su tutto. In una squadra che lotta al vertice da più di sei anni è determinate sposare tutte le situazioni che accadono. Siamo abituati a parlare poco e lavorare molto, soprattutto sapendo poi di poter contare su un club che proprio nei momenti difficili ci ha sempre supportato. Ovviamente la conoscenza reciproca, la coesione e la qualità dei giocatori ci ha portato pian piano a ritrovarci in questa posizione. Siamo contenti perché alla base ormai c’è una cultura del lavoro che è segnata da tempo e chiunque arriva sa che da quella si costruisce. Anche i giocatori sono totalmente presi da questo modo di pensare e agiscono di conseguenza. Ciò ti porta, senza nemmeno parlare, a fare qualcosa in più di quello che è dovuto senza mai fare dei proclami.”
EuroCup.
"C’è un pò di dispiacere di non essere più nella competizione. Perché nello sport ti dispiace non poter competere ad armi pari e noi in quel mese e mezzo non eravamo presentabili. Ci sarebbe piaciuto giocarla con la squadra al completo; rimane certamente dell’amarezza. Speriamo che Trento e la Virtus Bologna vadano più avanti possibile nel torneo, per l’Italia sarebbe grande motivo di soddisfazione.”