In America si parla spesso di ‘sophomore jump’, ovvero del salto nel rendimento di un giocatore che avviene dal primo al secondo anno.
Da freshman è tutto nuovo, il livello del gioco sale, come anche la fisicità necessaria. Solo i migliori liceali riescono da subito a imporsi.
Vale per tutti, anche per un debuttante più esperto del solito, come era Davide Moretti lo scorso anno.
Il figlio d’arte aveva il talento – 12.6 punti e 2.2 assist a Treviso nel 2016/17- ma non il fisico per recitare da subito un ruolo da protagonista, specialmente in un team dalla spiccata identità difensiva come Texas Tech.
L’annata è stata comunque importante, aldilà dei numeri Moretti ha accumulato esperienza preziosissima in una delle migliori Conference in Division One, e anche nella stupenda cavalcata dei Red Raiders nella scorsa March Madness.
Dopo una offseason in cui – Oltre a giocare con la nazionale Under 20– ha lavorato duramente per migliorare dal punto di vista fisico, il “Moro” ha iniziato la stagione con ben altre responsabilità nell’economia del suo team, playmaker titolare di fianco ad un probabile All American come Jarrett Culver.
Un salto non da poco, in una versione dei Red Raiders che non poteva più contare su Keenan Evans e Zhaire Smith, e che era considerata poco o nulla nei vari ranking pre-stagionali.
E invece, partita dopo partita, Texas Tech si è confermata tra le migliori difese d’America, ad oggi è prima in Division One con 84.2 punti subiti ogni 100 possessi, 2.2 in meno della seconda (Virginia), e solo nella sconfitta di Sabato scorso contro Baylor hanno concesso agli avversari più di un punto per possesso. Anche la Duke delle future star NBA ha sofferto le pene dell’inferno per superare la loro difesa.
Ah, contro i Blue Devils, Moretti ha preso sfondamento da un certo Zion Williamson:
video da Basketballncaa
Moretti è il playmaker, ma di fatto è il prospetto NBA Jarrett Culver a dirigere le operazioni ed a finire al centro del game plan degli avversari.
Con l’inizio della Big 12 però il Moro ha iniziato a prendersi qualche responsabilità in più, ottenendo risultati più che soddisfacenti:
Serie aperta di 6 partite consecutive in doppia cifra, 19 punti e diversi canestri in momenti cruciali della vittoria su Kansas State (unica occasione in cui Culver ha segnato meno di 10 punti), con medie di tutto rispetto: 13.2 punti, 1.5 assist e 2.3 recuperi a fronte di 1.3 perse, il 63% da due, il 43% da tre e l’84% ai liberi.
La sua mappa di tiro (thanks to Fifth Factor Plots)
Nella Big 12 per ora l’equilibrio regna sovrano, tra i tanti team che vogliono interrompere l’egemonia di Kansas ci sono anche i sorprendenti Red Raiders.
Con il ‘nostro’ Moretti sempre più protagonista.
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