Davide Moretti junior season recap

Il recap della stagione 2019-20 di Davide Moretti

Quando iniziò la stagione 2019/2020, quella da Junior di Davide Moretti, era il 5 Novembre 2019 e i Red Raiders giocavano il loro primo match alla Supermarkets Arena di Lubbock contro Eastern Illinois University. Texas Tech infilò cinque vittorie consecutive nelle prime uscite stagionali, che però non aiutarono a fugare i dubbi degli analisti americani, i quali comunque attribuivano a Coach Beard ed al suo staff grande credito per la trionfale passata stagione. Sin da inizio anno, infatti, gli esperti di college basketball, ebbero diversi punti interrogativi sulla squadra finalista dell’ultimo torneo NCAA, due su tutti la giovane età e la taglia fisica del roster non competitiva con i top team nazionali, soprattutto nel pitturato.
A fine novembre arrivarono i primi test impegnativi che coincisero con tre sconfitte consecutive per Texas Tech maturate contro Iowa della rivelazione Garza (nipote del grande Teo Alibegovic), Creighton e DePaul. Queste partite misero in evidenza le difficoltà di un gruppo che non era ancora squadra e che non aveva ancora assimilato i concetti difensivi ed offensivi di Chris Beard.
Il 10 Dicembre si accesero le luci del Madison Square Garden per Moretti e compagni che nel Jimmy Valvano Classic si trovarono ad affrontare uno degli avversari più tosti del momento: i Cardinals di Louisville, #1 del ranking nazionale, che si presentarono nella più affascinante arena del mondo pronti a divorarsi i texani che stavano vivendo il loro primo vero grande momento di difficoltà della stagione. La reazione dei Red Raiders fu strepitosa: misero in campo una prestazione attenta, solida ed energica come mai prima che li condusse alla vittoria per 70-57. Una notte magica anche per il #25 di TTU, Davide Moretti, top scorer del match con 18 punti segnati e due bombe consecutive che nello sprint finale piegarono gli avversari.
L’impressione molto positiva lasciata dopo questo prestigioso successo fu solo un lampo però, in quanto in campo Texas Tech continuò ad alternare prestazioni poco convincenti ad altre più solide. Anche le vittorie che seguirono la notte magica di New York non convinsero i più scettici.
La difficilissima Conference della BIG XII iniziò con una larga vittoria casalinga su Oklahoma State, ma il cammino in una Conference così tosta, mise presto i ragazzi di Coach Beard davanti ad avversari che fecero pagare loro molto caro certi limiti.
I Red Raiders durante la stagione hanno subito quattro sconfitte casalinghe in BIG 12 contro Baylor, Texas e Kansas e contro Kentucky nel SEC challenge, tutte dolorosissime. Oltre ai 6 successi casalinghi, hanno maturato tre vittorie esterne importanti con Texas, Kansas State e Iowa State, per un record finale in Conference di 9 vinte e 9 perse. Tre le sconfitte davvero sanguinose, quelle che avrebbero comunque spostato il giudizio sulla stagione da “fifty fifty” a “positivo”: Texas in casa, OSU e TCU fuori. Partite con squadre non superiori né a livello di taglia né a livello di talento, affrontate con troppa superficialità, poca attenzione ed energia.
Su 13 sconfitte stagionali, 8 maturate negli ultimi possessi, di cui 4 al supplementare. Texas Tech in questa stagione o ha vinto nettamente o ha visto vincere i propri avversari.
I motivi tecnici di questa stagione altalenante sono stati tre. Dal punto di vista difensivo il primo è stato la debolezza vicino ai tabelloni, che molto spesso si concretizzava in un vantaggio per gli avversari che riuscivano a catturare tanti rimbalzi offensivi e ad avere seconde possibilità di fare
Comunicazione Davide Moretti
canestro, mentre il secondo la precaria solidità che spesso permetteva la realizzazione di punti facili negli 1vs1 con e senza palla. Dal punto di vista offensivo, invece, i Red Raiders avevano limitate alternative al perimetro con i due giocatori (Ramsey e TJ Shannon) più abili a creare vantaggio in situazioni di 1vs1, poco inclini a mettere i compagni in condizioni di prendersi tiri ad alta percentuale.
La stagione del Moro è stata in chiaro scuro, complicata dal fatto che questa non si è rivelata una squadra adatta a fare emergere le sue qualità migliori e le sue abilità.
L’efficacia di ogni difesa è direttamente proporzionale alla solidità degli uomini che presidiano il canestro. Avere dietro le spalle Odiase con Owens non è come avere dietro Holyfield e Shannon. Avere a fianco delle prime opzioni offensive pronte a metterti nelle condizioni di prendere buoni tiri come Culver e Mooney non ti costringe a dover creare dal palleggio o dal pick and roll due azioni su tre giocando una media di quasi 35 minuti a partita quando sei considerato la prima opzione offensiva della tua squadra.
Tenendo in considerazione questi aspetti si possono analizzare i numeri del #25 di Texas Tech che, per certi versi, sono addirittura migliori di quelli della stagione della finale, che pure erano stati strepitosi. Le cifre fatte registrare dal Moro sono le seguenti: 403 punti totali realizzati con una media di 13 a partita tirando con il 38,3% da 3 punti (67/175), il 47% da due punti (55/116) e il 90,2% ai tiri liberi (92/102), 71 assist (2,3 a partita), 53 rimbalzi (1,7 a partita), 63 palle perse e 36 recuperate in 31 partite giocate (tutte con ingresso nello starting five) con una media di 34,3 minuti in campo a partita (diversi match anche 37′-38′ e contro Kentucky 44′ su 45′).
Tre i riconoscimenti individuali conseguiti da Davide in questa stagione, due dei quali ricevuti in ambito accademico, con l’inserimento nell’Academic All-district Award e nell’Academic All- America Team. Il più importante dal punto di vista sportivo è la menzione d’onore (All-Big XII Honorable Mention) al quintetto ideale della BIG XII conference.
Dopo gli ultimi sviluppi legati alla vicenda del contagio da COVID-19 che sta interessando ormai tutto il pianeta, sono stati cancellati il torneo della BIG XII ed il torneo finale della March Madness.
Gli analisti di USA college basketball hanno provato a prendere il posto della commissione che avrebbe dovuto dare origine al tabellone del torneo NCAA, mettendo tra le università partecipanti al grande ballo, per il terzo anno consecutivo, la Texas Tech University di Coach Beard e del Moro.

Fonte: Comunicazione Davide Moretti.