Datome: Cercherò di essere una guida per chi ha bisogno di essere aiutato
Datome: Devo fare il mio percorso e devo fare le cose per bene. Ringrazio ancora l’Olimpia Milano ed Ettore Messina perché mi stanno dando la possibilità di imparare. Non ho nessuna fretta e non devo bruciare le tappe
Gigi Datome ha partecipato oggi al talk "Grazie Gigi" nell’ambito delle celebrazioni di "Sky 20 anni". Di seguito un estratto del suo intervento al Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano, a Roma.
La vita dopo il ritiro: "Continuo ad allenarmi ma lo faccio in modo più sano rispetto agli ultimi anni, meno traumatico per il mio corpo, anche per questo la possibilità di continuare con l’Olimpia mi piace molto perché non ha cambiato drasticamente la mia routine dall’oggi al domani. Faccio il mio allenamento e poi mi metto da parte perché arrivano i giovani e io osservo e imparo tante cose dal dietro le quinte. Era il momento giusto per smettere. Ho sempre pensato di uscire in un bel momento e ho avuto la fortuna di poter scegliere quel momento."
Sull’essere utili anche fuori dal campo: "Da giocatori viviamo esperienze per tutta la vita che sono convinto mi torneranno utili dopo. Il lavorare duramente per ottenere gli obiettivi, ad esempio, oppure la disciplina, il feeling per capire la squadra l’umore dei compagni che ti dà solamente il vivere nella pancia dello spogliatoio, la leadership. Ci sono tante cose che aiutano gli sportivi ad affrontare il percorso fuori dal campo. Per adesso sono convinto che la mia visione da veterano che si è appena ritirato può essere utile a staff e giocatori. Cercherò di essere una guida per chi ha bisogno di essere aiutato. Quest’anno comunque riparto da zero perché ho tanto da imparare".
Datome e il rapporto con il tempo: "Gli orari sono comunque cadenzati in casa, con mia figlia, e sono ancora impegnato con l’Olimpia Milano anche se tutti mi reputano in pensione e mi invitano alle cose più improbabili. Quando vivi per tanti anni con una routine ben precisa hai bisogno di avere il tuo calendario. Sicuramente ora ho più flessibilità, così posso fare cose che non avrei mai potuto fare da giocatore. Le domeniche sono diverse e sto cercando di riprendermi i pezzi di vita che mi sono mancati continuando a capire come posso sfruttare questa nuova dimensione della mia vita".
Le persone importanti della carriera: "Nella mia carriera ho cercato di apprendere qualcosa da tutte le persone che ho incontrato, nel bene e nel male. Zeljko Obradovic (coach del Partizan Belgrado n.d.r.) ha segnato la mia carriera, come è stato importante anche Brad Stevens (capo della dirigenza dei Boston Celtics n.d.r.). Ci sono stati tanti che magari avevano ruoli anche marginali nelle società che però trasmettevano tranquillità e serenità e che mi facevano capire quanto fosse importante quel ruolo nell’ambiente. Fare un solo nome è molto difficile perché tutti sono stati in un modo o nell’altro dei punti di riferimento".
Il grande hobby della lettura: "Leggo sempre, ogni giorno. Libri che mi hanno cambiato la vita? I libri sono come le persone, ce ne sono alcuni che ti danno un’intuizione, una frase, una parola che ti stuzzica, altri che ti pongono la domanda giusta. Non sono mai stato attratto dai libri che danno le risposte perché ti lasciano di più quelli che generano le domande e ti fanno riflettere".
"Il giornalismo mi affascina, perché è un lavoro di cui ogni democrazia ha bisogno vitale. Poi, come i giocatori di basket, può essere fatto bene o male. Informare le persone è un lavoro molto affascinante e anche una grande responsabilità bellissima secondo me, perché significa avere una sensibilità e una preparazione utile a rendere accessibile la realtà ai più. È un lavoro affascinante ma difficile, che se fatto bene deve essere molto gratificante. Oggi dei media non mi piace il clickbait, l’attirare l’attenzione con titolo inventati".
Sul futuro: "Diventare dirigente? Ho sempre avuto grande senso di responsabilità, come grande è l’amore per la pallacanestro. Tuttavia, sono sempre stato onesto con me stesso e mi rendo conto che adesso non sarei in grado. Devo fare il mio percorso e devo fare le cose per bene. Ringrazio ancora l’Olimpia Milano ed Ettore Messina (coach e presidente dell’Olimpia Milano n.d.r.) perché mi stanno dando la possibilità di imparare. Non ho nessuna fretta e non devo bruciare le tappe".
Sulla famiglia: "Difficile parlare di mia figlia senza emozionarmi: è il mio mondo. Mi sento felice di aver fatto anche questo nella mia vita e cerco di essere il miglior padre possibile"