Dan Peterson su Pozzecco: Il fallo tecnico ci sta. Ma uno, non due
Dan Peterson firma su La Gazzetta dello Sport l’editoriale dal titolo: «All’Italbasket serve un Pozzecco più lucido e sicuro»
Dan Peterson firma su La Gazzetta dello Sport l’editoriale dal titolo: «All’Italbasket serve un Pozzecco più lucido e sicuro». Ecco un passaggio.
Può essere difficile da accettare, ma è così: il fallo tecnico ci sta. Però bisogna prenderne uno, non due. Con due, succede questo: il Poz finisce nel mirino degli arbitri come rompiscatole e da quel momento in poi lo tengono sott’occhio. Se si alza dalla panchina, lo faranno sedere. Se apre la bocca, gli diranno di stare zitto. Al momento dell’espulsione, l’Italia era in testa. Dopo, la gara ha preso una piega negativa. Bisogna scegliere il momento giusto, come hanno detto tutti. Che fare? Primo, non mancare di rispetto. E allo stesso tempo lasciar rispondere. Cioè, non dire “Arbitro, sbagliato!”. Meglio dire “Mi puoi spiegare il perché di quel fischio?” e farlo spiegare. Ci sono mille modi per rivolgersi agli arbitri. Spesso la mettevo sulla battuta, sempre con punto interrogativo: “Bruno, ma stiamo giocando due partite o una sola qui?”. Oppure “Maurizio, c’è un metro per quel canestro e un altro per questo?”. Oppure ancora “Giancarlo, ma hai sfogliato il regolamento ieri sera o no?”. E facevo il gesto di sfogliare una rivista. L’altro ieri, Poz poteva dire “Possiamo parlare nell’intervallo?”. Giusto una frase per lasciar dire agli arbitri sì o no. E farli rispondere, come Novak Djokovic fa con gli avversari quando va al servizio. Così entri nel ruolo dell’uomo importante, che deve essere ascoltato. Insomma, ogni tanto ci vuole l’attore».